Abramo

(XVIII secolo a.C.). Primo patriarca del popolo ebraico.
La sua vita è narrata nella Bibbia (Genesi, 11-25). Ricco allevatore e valente guerriero, ripudiò il paganesimo e visse peregrinando in Mesopotamia (Harran), Palestina (Canaan) ed Egitto, dopo aver lasciato la città natale, la caldea Ur, per seguire il comando dell’unico Dio. Autore del primo patto tra Jahvé e il popolo eletto, si impegnò a un comportamento integro e alla circoncisione dei figli maschi e il Signore gli promise in cambio una numerosa discendenza e la terra di Canaan per gli ebrei. È rimasto celebre – anche per le riflessioni teologiche e filosofiche (Kierkegaard) che ha successivamente ispirato – l’episodio del sacrificio del figlio Isacco, impedito all’ultimo momento dall’intervento di un angelo che fermò la mano di Abramo e sostituì la vittima con un montone. Se attraverso Isacco, figlio della moglie Sara e legittimo erede, Abramo fu il capostipite del popolo ebraico, attraverso Ismaele, figlio della schiava Agar, è considerato il progenitore degli arabi (ismaeliti). Per questo è venerato da ebrei, cristiani e musulmani come “padre di tutti i credenti”. Morì, secondo la tradizione, all’età di 175 anni. Al di là della questione dell’autenticità del racconto biblico, la figura di Abramo è comunque la testimonianza delle migrazioni in Medio Oriente del nucleo originario del popolo ebraico.