Romolo e Remo

(VIII secolo a.C.). Fondatori di Roma. Personaggi leggendari, di invenzione probabilmente greca, i cui nomi sono senz’altro da ritenersi simbolici: “Romolo” vuol dire infatti romano e “Remo” è derivato da Roma. Questi i tratti essenziali del mito: Amulio, dopo aver deposto il proprio fratello maggiore Numitore, re di Alba Longa, temendo che i suoi eventuali discendenti lo vendicassero, obbligò la figlia di questi, Rea Silvia, a divenire vestale. Quest’ultima, sedotta dal dio Marte, mise al mondo due gemelli che vennero gettati nel Tevere per ordine dell’usurpatore. La cesta in cui erano stati adagiati, però, andò a incagliarsi tra i rami di un albero, il Fico Ruminale, una lupa li allattò, e furono in seguito trovati dal pastore Faustolo che li affidò alle cure di sua moglie Acca Laurentia. Divenuti giovani forti e coraggiosi e conosciuto il mistero della loro nascita, i gemelli uccisero Amulio restituendo il trono a Numitore. Più tardi, durante la fondazione di una città sul Palatino (756 a.C.), cui sarebbe stato dato il nome di Roma, Romolo uccise Remo perché aveva scavalcato il solco che ne delimitava il confine contro i suoi ordini. Rimastone unico padrone, egli fece della sua città un rifugio per tutti i banditi e gli esuli dei dintorni, e, per facilitarne il matrimonio, fece rapire le fanciulle sabine che erano state invitate a banchetto insieme alle loro famiglie. Secondo la tradizione morì dopo trentasette anni di regno, sparendo misteriosamente durante una tempesta: fu venerato come un dio con il nome di Romolo Quirino.