Romanticismo

Movimento culturale europeo del periodo compreso tra l’ultimo decennio del XVIII secolo e la prima metà del XIX. Il termine “romantico” era comparso nel XVII secolo in Inghilterra, per indicare il carattere avventuroso della materia dei romanzi cavallereschi medievali. Nel secolo successivo fu usato col significato di “pittoresco”, in riferimento soprattutto ai paesaggi selvaggi e suggestivi, e di “commovente”. Come movimento culturale, il Romanticismo sorse contemporaneamente in Germania e in Inghilterra negli ultimi anni del XVIII secolo, ma la maggiore consapevolezza teorica dei circoli tedeschi (Jena, Berlino, Heidelberg, Monaco) fece della Germania la vera patria d’origine della cultura romantica. Preparato da movimenti preromantici come lo Sturm und Drang, esaltatori del sentimento e della sfrenata ricerca dell’assoluto, e da alcuni autorevoli pensatori (ad esempio Rousseau e Herder), il Romanticismo tedesco maturò una filosofia e una concezione dell’arte e della vita in larga misura divergente dai canoni dell’Illuminismo e del classicismo, che avevano dominato la cultura settecentesca. Il circolo di Jena, composto dai letterati (fratelli Schlegel, Tieck, Novalis) che avevano dato vita alla prima rivista romantica, l’“Athenaeum” (1798-1800), attribuirono alla filosofia di Fichte, incentrata sulla soggettività e sull’autocoscienza, la paternità ideale della corrente. Aspetto fondamentale del Romanticismo fu la ricerca, attraverso la soggettività, dell’infinito o assoluto, raggiungibile secondo alcuni mediante la ragione contrapposta all’intelletto inteso in senso illuministico (idealismo di Fichte, Schelling, Hegel), per altri attraverso le facoltà extralogiche del sentimento, dell’intuizione e della fede (Schlegel, Novalis, Tieck, Schleiermacher), con la conseguente esaltazione della poesia, dell’arte e della religione. L’infinito fu opposto alla finitezza del mondo, che provocò nei romantici atteggiamenti diversi, dal rifiuto ribelle (titanismo), alla malinconia, allo sforzo continuo del suo superamento (“Streben”), all’ironia che impedisce di “prendere sul serio” perfino le proprie creazioni poetiche (Schlegel), alla ricerca di tracce dell’infinito nel finito (Novalis). Nonostante le espressioni di pessimismo e il suo senso tragico dell’esistenza, il Romanticismo fu pervaso da un ottimismo di fondo, dovuto alla convinzione che lo spirito potesse comunque raggiungere l’assoluto. In tale contesto, la storia venne letta in termini provvidenzialistici, come progressiva manifestazione dello spirito o della ragione. Di qui il senso della storia come sviluppo continuo e necessario in ogni sua fase e il recupero della tradizione, tanto criticata dall’Illuminismo. Il Medioevo, oggetto di dure critiche da parte dei philosophes settecenteschi, fu rivalutato come momento necessario e positivo della formazione dell’Europa moderna, fondata sulla civiltà cristiana e sulle culture nazionali. L’anticlericalismo e il cosmopolitismo illuministici furono abbandonati come residui di un razionalismo astratto e antistoricistico, estraneo alla vita e all’“anima” dei popoli. La nazione, col suo vincolo affettivo suscitato dalla comunanza di lingua, tradizioni e memorie storiche, fu un’idea portante del movimento, talvolta con risvolti politici di carattere liberale o democratico (così ad esempio in Mazzini). In altri casi, invece, il Romanticismo, con il suo amore per la tradizione, la chiesa e le istituzioni statali, sposò il conservatorismo e le ideologie della Restaurazione. In campo letterario lo spirito romantico si tradusse nella ricerca dell’ineffabile, di ciò che è lontano nel tempo (ritorno all’Ellade in Hölderlin, o al medioevo barbarico e germanico) o nello spazio (esotismo), del fantastico, del misterioso, del popolare e tematizzò sentimenti di malinconia, struggimento, ribellione, amore e passione assoluti. L’arte maggiormente valorizzata nelle teorie romantiche fu, però, la musica, intesa come linguaggio diretto dell’anima, capace di accedere alle regioni più profonde e oscure dello spirito, inaccessibili al linguaggio verbale. Anche alla pittura fu riconosciuta la facoltà di evidenziare la presenza dell’infinito nel finito. La ricerca dell’assoluto si manifestò anche nel costume, con l’esaltazione dell’amore come fusione totale delle anime, libera da ogni schema convenzionale e costrizione sociale. In Inghilterra il Romanticismo si affermò contemporaneamente a quello tedesco ed ebbe nelle Liric Ballads (1798) di Wordsworth e Coleridge la prima importante manifestazione. Oltre a caratteri simili a quello tedesco, esso sviluppò in modo particolare il gusto dell’orrido e del terrifico (il “gotico” o sublime, teorizzato da E. Burke) e la critica della nascente civiltà industriale. L’industrializzazione fu letta come la negazione di ogni valore autenticamente spirituale e il trionfo del materialismo e fu condannata per la distruzione dell’ambiente naturale e della vita comunitaria tradizionale. In Francia e in Italia il movimento romantico, pur esprimendo autori di grande valore come Victor Hugo e Alessandro Manzoni, non ebbe caratteri nazionali particolarmente originali. Nei paesi slavi il recupero delle tradizioni nazionali contribuì in maniera determinante alla nascita del panslavismo.