Röhm, Ernst

(Monaco 1887, † ivi 1934). Militare e uomo politico tedesco. Ufficiale nella prima guerra mondiale, confluì nei gruppi dell’estrema destra che svolsero attività eversiva nella repubblica di Weimar. Membro del Partito tedesco dei lavoratori e quindi del Partito nazionalsocialista, a partire dall’agosto 1921 fu uno dei principali organizzatori delle SA. Uscito dalla Reichswehr, partecipò al putsch che Hitler organizzò a Monaco nel 1923 e, dopo un esilio in Bolivia (1925-30), nel 1931 divenne il capo delle SA. Convinto della necessità di realizzare, dopo la presa “legale” del potere da parte di Hitler (30 gennaio 1933), una “seconda rivoluzione” che avrebbe avuto come protagonista la sinistra nazionalsocialista e come obiettivo il superamento del capitalismo, si adoperò per trasformare l’esercito in un’armata popolare pienamente integrata con le SA, che nel gennaio del 1933 contavano ormai oltre due milioni di uomini. Per queste ragioni entrò in contrasto con Hitler che, sollecitato dai gruppi agrari e industriali e dai quadri superiori dell’esercito e proiettato alla successione di Hindenburg alla presidenza della repubblica, decise di procedere alla sua eliminazione e all’epurazione del partito da ogni residua tendenza socialisteggiante e anticapitalistica. Dopo che Göring e Himmler fabbricarono le prove di un complotto per rovesciare il Führer, Röhm, insieme ad altri membri delle SA e ad altri personaggi divenuti scomodi per il regime, fu arrestato e assassinato dalle SS nella “notte dei lunghi coltelli” (30 giugno 1934).