riformismo

Riformista è di fatto ogni formazione politica che si adopera per la realizzazione di riforme (sociali, giuridico-istituzionali, politiche) che siano in grado di migliorare, per il maggior numero possibile di persone, le condizioni della vita associata. Il termine “riformismo”, tuttavia, è stato utilizzato precipuamente all’interno della tradizione socialista. Ciascuna riforma, in opposizione all’impazienza rivoluzionaria e all’utilizzo della violenza insurrezionale, può infatti essere presentata come una tappa, o un gradino (donde “gradualismo”), nel cammino che porta all’obiettivo socialista. Riformisti furono di fatto i socialisti detti “utopisti”. Ma il primo riformista esplicito fu, in contrasto con l’insurrezionalismo dei neogiacobini e di Blanqui, il francese Louis Blanc, con i suoi ateliers sociaux. Riformisti furono i sindacalisti delle Unions britanniche, da cui germinarono, sul terreno politico, i laburisti. Teorici sistematici del riformismo furono però in Inghilterra i fabiani. In seno alla socialdemocrazia tedesca diventò riformista chi, come Bernstein, dedusse dall’analisi sociale che il crollo capitalistico (presupposto della rivoluzione) non vi sarebbe stato. In Italia la corrente riformista (Turati, Treves, Modigliani), auspicando un rafforzamento progressivo delle istituzioni liberali e degli assetti democratici, contrastò, in seno al partito socialista, prima i sindacalisti rivoluzionari e poi i massimalisti e i comunisti.