Rete

Formazione politica italiana, fondata alla fine negli anni Ottanta dall’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, uscito nel 1991 dalla Democrazia cristiana perché responsabile, a suo giudizio, delle collusioni tra il potere politico e la mafia. La lotta contro la criminalità organizzata e a favore della trasparenza della politica furono elementi centrali del programma della Rete, che raccolse adesioni e consensi inizialmente in Sicilia, poi in tutta l’Italia, coinvolgendo personalità di diverse provenienze ideologiche, accomunate dalla convinzione circa l’incapacità dei partiti tradizionali di rigenerare la vita politica e sociale secondo i valori di un’autentica democrazia. La Rete, pur collocandosi a sinistra, può essere considerata una formazione in qualche misura trasversale, composta da cattolici e laici, da ex democristiani come Orlando ed ex comunisti come Diego Novelli, che era stato il sindaco delle giunte rosse di Torino dal 1975 al 1983. La proposta di una democrazia fondata sui valori della solidarietà e dell’attenzione ai più deboli, dell’unità nazionale e della lotta contro il razzismo e ogni discriminazione, fece della Rete il punto di riferimento di un’ampia schiera di movimenti di base e di associazioni di volontariato. Alle elezioni politiche del 5 aprile 1992, pur non presentandosi in tutto il territorio nazionale, ottenne l’1,9% dei suffragi e 12 seggi alla Camera. Le amministrative parziali del 1993 registrarono una grande affermazione della Rete, alleata con altre forze di sinistra: Leoluca Orlando divenne sindaco di Palermo con l’eccezionale risultato del 75% dei voti; numerosi altri candidati sostenuti dalla lista ebbero successo; alcuni suoi esponenti, come Diego Novelli a Torino e Claudio Fava a Catania, ebbero ottimi risultati ma furono sconfitti nel ballottaggio da rivali appoggiati da schieramenti politici ben più consistenti. Solo a Milano, in una situazione politica particolare, il candidato della Rete, Nando Dalla Chiesa, benché appoggiato dall’intero schieramento progressista, fu sconfitto dal leghista Marco Formentini. Alle politiche del 27-28 marzo del 1994 la Rete si presentò nello schieramento progressista, alleata con PDS, Rifondazione comunista, Verdi, PSI, Alleanza democratica e Movimento cristiano-sociale. Lo schieramento, che ebbe il 35% dei voti, fu battuto dalle liste di centrodestra e la sconfitta fu particolarmente amara per la Rete, che perse voti soprattutto in Sicilia e non raggiunse la soglia del 4% necessaria per partecipare al recupero proporzionale. Il movimento di Orlando ebbe solo 8 deputati, eletti nei collegi uninominali, insufficienti per costituire un autonomo gruppo parlamentare. Schierata con il polo di centrosinistra alle elezioni del 1996, la Rete vinse a Palermo le elezioni amministrative del 1997, riconfermando Leoluca Orlando, attualmente presidente onorario del movimento, sindaco della città. Nel 1999 confluì infine nei Democratici di Romano Prodi.