Ravenna

Città italiana. Capoluogo di provincia della regione Emilia-Romagna. Di origine umbra, divenne municipio romano nell’89 a.C. Collocata in area paludosa, era facilmente raggiungibile via mare, in particolare attraverso il porto di Classe, creato da Augusto, cosicché poté divenire, già sotto la dominazione romana, un importante luogo fortificato e insieme un fiorente emporio commerciale. Raggiunse una notevole importanza durante il basso impero: nel 404 l’imperatore Onorio vi trasferì da Milano la sua residenza: a lui, e alla sorella Galla Placidia, si deve la costruzione dei più celebri monumenti ravennati. Occupata da Odoacre, che ivi catturò e depose Romolo Augustolo, fu poi presa dai goti e divenne la capitale del regno di Teodorico. Durante la guerra greco-gotica (535-53), fu riconquistata dall’impero bizantino; l’imperatore Giustiniano, con la Prammatica Sanzione del 554, la scelse come sede del prefetto, suo rappresentante in Italia. Dopo numerosi e vani tentativi di conquista da parte dei longobardi, divenne la capitale dell’esarcato bizantino, organizzato in difesa dei territori emiliano-romagnoli e punto di forza di Bisanzio. L’esarca divenne così la più alta autorità imperiale in Italia, influente anche sulle elezioni al soglio papale almeno sino alla metà del secolo VII. Il popolo ravennate, insofferente del dominio bizantino, colse l’occasione dell’editto contro l’iconoclastia (726) per chiedere la protezione dei longobardi. Dopo alterne vicende, Ravenna fu occupata dal longobardo Astolfo nel 751 e poco dopo dai franchi. Nel 756, con la donazione di Pipino il Breve a favore del papato, entrò a far parte del “Patrimonio di San Pietro”. Successivamente fu in pratica retta dai suoi vescovi e, dopo la lotta delle investiture, dall’aristocrazia locale. Indebolita dai conflitti interni tra le famiglie dominanti e da quelli esterni con il papato, che intendeva rafforzare il suo dominio sulla città, alla fine del secolo XIII venne sottoposta alla signoria dei Da Polenta, già visconti degli arcivescovi ravennati, che agli inizi del secolo XV non ebbero la forza di sottrarsi alla politica espansionistica della repubblica di Venezia. I veneziani nel 1441 rimossero l’ultimo discendente dei Da Polenta e si impadronirono della città e del suo territorio. Nel 1509, dopo la disfatta veneziana ad Agnadello, Ravenna con tutta la Romagna tornò sotto il dominio pontificio. Iniziò da allora la sua progressiva decadenza economica, che nemmeno le bonifiche fatte eseguire dal cardinal Alberoni nel Settecento riuscirono ad arginare. Dal punto di vista politico Ravenna rimase, dal principio del Cinquecento, legata alle vicende dello Stato della Chiesa. Nel periodo giacobino e napoleonico fu coinvolta nei mutamenti politici che si svolsero in Romagna. Rientrò nello Stato della Chiesa nel 1815. Nel 1860 fu occupata dalle truppe piemontesi, entrò per breve tempo a far parte del regno di Sardegna e poi nel 1861 del regno d’Italia.