Ramesse II

(† 1212 a.C.). Faraone dell’antico Egitto della XIX dinastia. Successore di Sethi I, regnò dal 1279 al 1212 a.C. La sua sposa reale fu Nefertere. È il più famoso dei faraoni, sia per le sue imprese belliche sia per le opere monumentali da lui patrocinate. Sotto il suo regno l’Egitto raggiunse l’apice dello splendore e della ricchezza. Sin dai primi anni rivolse la sua attenzione verso il Levante. Affrontò i pirati shardana allargando la sua influenza sino a Tiro, Biblo e al paese degli amorrei. Nel quinto anno del suo regno si scontrò con gli hittiti, guidati dal re Muwatalli, che si erano espansi a sud sino alla fortezza di Qadesh. Qui si svolse una delle battaglie più celebri della storia antica (1274 circa a.C.), il cui esito militare fu sfavorevole agli egizi, ma sotto l’aspetto storico e politico assunse un significato positivo per questi ultimi, in quanto dopo qualche anno le due parti giunsero a un accordo che stabiliva le rispettive zone di influenza e sanzionava la loro alleanza difensiva con il matrimonio tra Ramesse II e la figlia del re hittita Hattusili III. Due anni dopo Ramesse II condusse un’altra campagna nel Levante, che rinsaldò l’influenza egizia sino alla città di Tunip (in Siria); provvide anche a creare fortificazioni a ovest, ai confini con la Libia e all’interno dello stesso Egitto. La sua fama è anche legata alle grandiose opere monumentali. Trasferì la capitale da Tebe ad Avaris, città di origine dei suoi antenati, che ingrandì e abbellì e a cui diede il nome di Per-Ramesse. Fra le opere che fece erigere si segnalano il cortile del tempio di Luxor, il suo tempio funerario a Tebe ovest e i due templi rupestri di Abu Simbel. Secondo alcuni storici l’esodo biblico avvenne durante il suo regno, sebbene nessuna fonte egizia lo documenti.