Puglia

Regione della repubblica italiana. Abitata fin dal paleolitico dalle popolazioni illiriche dei messapi e degli iapigi, nell’VIII secolo a.C. fu colonizzata dai greci. La conquista romana della regione, iniziata nel 326 a.C., fu completata nel 272 a.C. con la caduta di Taranto. Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente passò sotto il dominio dei bizantini, che lo consolidarono sconfiggendo gli ostrogoti nella guerra greco-gotica (535-53). Successivamente i territori bizantini furono decurtati dalle conquiste dei duchi longobardi di Benevento (662-77) e dei saraceni (840-42), ai quali i bizantini reagirono nel X secolo imponendo nuovamente la propria egemonia sulla regione. Nell’XI secolo, nelle contese tra bizantini, longobardi e saraceni si inserirono i normanni, dapprima come milizie mercenarie, poi come duchi di Melfi, infine con la conquista dell’intera regione (1071), promossa da un accordo tra Roberto il Guiscardo e il papa Niccolò II (1059). Dopo il matrimonio tra Costanza d’Altavilla ed Enrico VI (1186), la Puglia passò in eredità a Federico II di Svevia (1220-1250), ma dopo la battaglia di Benevento (1266) cadde sotto il dominio angioino, poi sotto quelli aragonese (1442), spagnolo (1504) e austriaco (1714). Furono secoli di decadenza per la Puglia, un tempo fiorente e ora oppressa da una nobiltà parassitaria e da sovrani deboli o indifferenti alle sue sorti. Una certa ripresa si ebbe sotto il dispotismo illuminato di Carlo III di Borbone (1738-59) e durante la dominazione francese di Gioacchino Murat (1806-1815), ma il malgoverno dei Borbone dopo la Restaurazione (1815) e lo scarso impegno del regno d’Italia (1861), cui la regione fu annessa in seguito alla spedizione dei Mille (1860), riportarono le masse contadine in uno stato di desolazione di cui furono conseguenze la partecipazione al brigantaggio (1861-65) e i massicci esodi emigratori di fine secolo. Solo dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, la Puglia conobbe una rilevante crescita economica, che non risolse tutti i suoi problemi, ma avviò la fuoriuscita dal sottosviluppo. La riforma agraria degasperiana del 1950 favorì un processo di modernizzazione dell’agricoltura e la Cassa per il Mezzogiorno e l’intervento pubblico avviarono un’industrializzazione fondata prevalentemente sui settori siderurgico (Italsider di Taranto) e petrolchimico (Montedison a Brindisi, ENI a Taranto e Bari). Le industrie, spesso ad alta intensità di capitale più che di lavoro, non risolsero il problema della disoccupazione (l’emigrazione continuò) e talvolta apparvero come “cattedrali nel deserto”, incapaci di trainare lo sviluppo complessivo del territorio. Altra crescente fonte di reddito fu il turismo. In anni recenti anche la Puglia, che fino agli anni Settanta ne era sembrata immune, fu colpita dalla piaga della criminalità di stampo mafioso, organizzata nella Sacra Corona Unita e, a partire dagli anni Novanta, dallo sbarco di numerosi clandestini provenienti prevalentemente dall’Albania.