protezionismo

Insieme dei provvedimenti di politica economica di uno stato volti a “proteggere” la produzione nazionale (agricola e/o industriale) dall’importazione di merci straniere più concorrenziali. Le legislazioni di carattere protezionistico possono essere introdotte per diversi motivi: difesa di un’industria di recente formazione, rafforzamento di settori strutturalmente deboli o di monopoli, autarchia proclamata per motivi politici o militari. Tipici mezzi del protezionismo sono le alte tariffe doganali (su materie prime, semilavorati e prodotti finiti), le restrizioni alle importazioni, le sovvenzioni ai produttori nazionali. Avviato dal mercantilismo, il protezionismo svolse un’importante funzione nell’Ottocento. Soprattutto dopo l’inizio della “grande depressione” nel 1873, in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti vi si fece ricorso per alleviare la crisi agraria o favorire lo sviluppo dell’industria pesante, con importanti conseguenze economiche (formazione di cartelli e trust per meglio sfruttare il mercato nazionale) e politiche (formazione e predominio, soprattutto in Germania e in Italia, dell’alleanza tra grandi proprietari terrieri e industriali). Rafforzate dalla prima guerra mondiale e dalla crisi del 1929, le tendenze al protezionismo si sono almeno relativamente indebolite dopo il 1945, con la creazione di vari organismi economici internazionali finalizzati alla liberalizzazione degli scambi.