principato

Termine di derivazione latina (princeps, principe), “principato” indica genericamente nell’età moderna e contemporanea una forma di stato retto da chi ha titolo principesco. Rientrano in questa categoria forme di dominio storicamente assai differenti, come la signoria tardomedievale, la monarchia o il principato ecclesiastico. In quanto forma di governo essa non comparì direttamente nella tripartizione classica aristotelica, a meno che non la si voglia veder compresa sotto il regime monarchico (designante il potere di uno solo su tutti gli altri). Tra i classici moderni del pensiero politico il più autorevole teorico del principato fu Machiavelli, la cui opera maggiore s’intitolava appunto De principatibus (in volgare Il principe). Dopo aver enunciato che tutti gli stati possono essere “repubbliche o principati”, Machiavelli distingueva i principati in “ereditari” e “nuovi”, apportando poi ulteriori specificazioni: i principati “misti”, “civili” ed “ecclesiastici”. Proprio prendendo le mosse dalla trattazione machiavelliana si confermò l’accezione latamente monarchica del principato. Ciò premesso, occorre aggiungere che il termine “principato” si riferisce storicamente a un ben preciso modello politico e istituzionale, al quale rimandano nella sostanza la stessa definizione di Machiavelli e le infinite dispute sulla sovranità regia in epoca medievale e moderna: l’esperienza plurisecolare del “principato” augusteo che contrassegnò la storia romana da Ottaviano fino alla dinastia dei Severi (235 d.C.). Dopo la vittoria su Antonio (31 a.C.), Ottaviano (Augusto, Gaio Giulio Cesare Ottaviano) – pur facendosi proclamare ripetutamente console e riconoscendo formalmente le funzioni e l’autorità del senato e di altre magistrature repubblicane – assommò su di sé, tra il 27 e il 23 a.C., i poteri maggiori della repubblica romana: l’imperium militare e la potestas tribunicia, l’imperium proconsolare maximum e, più tardi, il riconoscimento di un vero e proprio status “monarchico” con la proclamazione a “pater patriae ”. Anche se in apparenza il potere continuò a derivare a Ottaviano e agli imperatori romani suoi successori dalla lex regia de imperio, che aveva la forma di un decreto senatoriale approvato dai comizi popolari, il principato si trasformò nel tempo in istituzione fondamentalmente monarchica (nella quale convivevano peraltro talune forme repubblicane). Con alcuni imperatori, come Caligola o i Flavi, il principato assunse tratti assolutistici.