Pompeo Magno, Gneo

(Roma 106, † Alessandria 48 a.C.). Generale e uomo politico romano. Figlio di Pompeo Strabone, militò vittoriosamente come propretore in Sicilia contro Carbone e in Africa contro Gneo Domizio e Iarba e celebrò, nell’80, il trionfo concessogli da Silla. Nello stesso anno sposò Muzia legandosi così alla famiglia dei Metelli contro lo strapotere sillano. Nel 77, ottenuto l’imperium proconsulare seguì Metello Pio contro Sertorio in Spagna; nel 71 dopo aver sconfitto e ucciso gli ultimi seguaci di Spartaco, pose termine insieme a Crasso alla guerra civile e, nel 70, salì con questi al consolato facendo approvare due leggi di rilevante importanza. Esse prevedevano la restituzione al tribunato della plebe di tutti i suoi antichi poteri e la riduzione a un terzo dei rappresentanti della classe senatoria nelle corti giudicanti; per la prima volta dopo quindici anni furono rieletti i censori. Nel 67, conferitogli un imperium infinitum et aequum contro i pirati, li sconfisse in breve tempo: senza neppure tornare a Roma ricevette il comando della guerra mitridatica. Vinto Mitridate, Pompeo fondò nuove colonie, riorganizzò le province mediorientali e, tornato a Roma (62), celebrò il trionfo. Il suo divorzio dalla moglie Muzia gli aveva, però, alienato le simpatie dei Metelli che ostacolarono l’approvazione della sistemazione da lui data all’Oriente e la distribuzione di terre ai suoi veterani. Solo dopo l’accordo con Crasso e Cesare nel 60 (primo triumvirato), il suo matrimonio con Giulia, figlia di Cesare e l’elezione di quest’ultimo al consolato nel 59, le sue richieste furono accolte. Ribadito nel 56 il triumvirato a Lucca, Pompeo ottenne il consolato per il 55 e la Spagna per cinque anni. Consul sine collega nel 54, dopo l’uccisione di Clodio, cercò in ogni modo di riportare la pace e la stabilità a Roma deteriorando, però, il suo rapporto con Cesare (si era frattanto sposato, dopo la morte di Giulia, con la figlia di Metello Scipione, Cornelia). Nel 49 ingiunse a Cesare di tornare dalle Gallie prima dello scadere del suo proconsolato e si ritirò in Grecia seguito dal 50% circa dei senatori. Sconfisse in un primo momento Cesare a Durazzo, ma le sue forze vennero annientate a Farsalo il 9 agosto del 48. Fuggito in Egitto, fu ucciso il 28 settembre per ordine di Tolomeo XIII.