polizia, stato di

Termine coniato dalla storiografia liberale tedesca della seconda metà dell’Ottocento – e poi divenuto di uso comune – con riferimento particolare alla Prussia di Federico II il Grande, per designare in senso peggiorativo quella forma di stato paternalistico, ossia finalizzato al “bene” dei sudditi attraverso mezzi amministrativi e di polizia dispensati autoritariamente dall’alto, che si oppone allo “stato di diritto”. Il carattere oppressivo e repressivo di tale forma di stato contrasta con i criteri di libertà e democrazia dello stato costituzionale contemporaneo, soprattutto dopo l’esperienza dei regimi dittatoriali e totalitari del XX secolo. Il significato peggiorativo a essa inerente per la coscienza contemporanea è tuttavia storicamente riduttivo, e scaturisce dalla cultura liberaldemocratica che assume tale accezione soprattutto dalle radici anglo-francesi. Nella concreta storia tedesca del Sei-Settecento, invece, il concetto di “polizia” (e quindi di “stato di polizia”) si inseriva positivamente, e non necessariamente in modo tirannico, nel processo di costruzione dello stato moderno da parte dei principi territoriali, allorché la Polizei era intesa più in generale come l’area dell’iniziativa del sovrano orientata a conseguire, tramite una sana amministrazione, il bene comune.