Pirro

(Epiro 319, † Argo 272 a.C.). Re dell’Epiro. Spodestato dopo un breve periodo di regno (307-303), si rifugiò presso Demetrio Poliorcete. Nel 297 con l’aiuto di Tolomeo III, di cui aveva sposato la figlia, e di Agatocle di Siracusa riconquistò il proprio stato, dapprima in una diarchia con Neottolemo (297), poi, dopo l’uccisione di quest’ultimo, come unico sovrano. Con azioni militari e alleanze matrimoniali accrebbe notevolmente il suo potere. Entrato in conflitto con Demetrio, riuscì a impossessarsi di parte della Macedonia e della Tessaglia, ma fu battuto nel 283 da Lisimaco. Chiamato in aiuto da Taranto contro i romani, sbarcò in Italia con 25.000 uomini e venti elefanti, combatté vittoriosamente a Eraclea e ad Ascoli Satriano, ma non ottenne una vittoria definitiva. Passato in Sicilia, si scontrò con i cartaginesi e, abbandonata l’isola, fu vinto dai romani a Benevento (275). Tornato in patria, si batté con Antigono II Gonata che si era nel frattempo impadronito della Macedonia. Fu ucciso pochi anni dopo mentre tentava di occupare Argo. Lungimirante, eccellente stratega, desideroso di unificare sotto il proprio potere tutti i popoli di lingua greca, non riuscì a realizzare il suo sogno panellenico, ma fece dell’Epiro un grande stato ellenizzato.