Pio XII

Al secolo Eugenio Pacelli (Roma 1876, † Castel Gandolfo 1958). Papa dal 1939 al 1958. Cardinale dal 1929, nel 1930 diventò Segretario di Stato. In questa veste diede un fondamentale contributo alla definizione dei concordati con l’Austria e la Germania (1933). Successore di Pio XI, si trovò alla guida della chiesa alla vigilia della seconda guerra mondiale. Lanciò appelli per la pace nel marzo e nell’agosto del 1939 e, poco dopo l’inizio del conflitto, con l’enciclica Summi pontificatus condannò l’invasione russo-tedesca della Polonia. Negli anni successivi, non venne da parte sua una condanna aperta e solenne dei crimini di guerra nazisti o dello sterminio degli ebrei, anche se il Sant’Uffizio condannò tra il 1940 e il 1941 alcune pratiche aberranti del nazismo, quali l’eutanasia e la sterilizzazione forzate. Questo “silenzio”, rimproveratogli da varie parti alla fine della guerra, fu motivato con la volontà di non esasperare gli animi e di mantenere la chiesa in una posizione in grado di facilitare l’operato a favore delle popolazioni civili. Pio XII stimolò quindi l’azione delle chiese locali a favore delle popolazioni in guerra, in particolare nei paesi occupati dai tedeschi, per opere di assistenza materiale e di protezione dei perseguitati politici o razziali. Nel 1944 tentò, senza risultati, di impedire la rappresaglia nazista che portò alla strage delle Fosse Ardeatine. Ottenne che Roma venisse proclamata “città aperta”, limitando così ad alcuni bombardamenti i danni subiti dalla città. Negli anni del dopoguerra il suo impegno fu orientato soprattutto nella difesa della chiesa dell’est, dove si erano imposti i regimi staliniani, e nel contrastare l’influenza del comunismo in Italia e in Occidente, propugnando l’impegno dei fedeli per la ricostruzione della “civiltà cristiana”. Nel 1949 il Sant’Uffizio scomunicò i comunisti, mentre a più riprese il papa affermò essere dovere dei cattolici l’unità nel voto a favore dei partiti di ispirazione cristiana. In questa chiave il pontefice incoraggiò l’attività dell’“Azione cattolica”, dei “Comitati civici”, impegnati in un’opera di fiancheggiamento della Democrazia Cristiana. Nel 1950, nel corso della celebrazione dell’Anno Santo, Pio XII definì il dogma dell’Assunzione di Maria. Negli anni successivi affrontò altre importanti questioni teologiche, tra le quali quella dell’essenza del sacramento dell’ordinazione sacerdotale e quella del mistero dell’incarnazione. Governò la chiesa con metodi accentratori, non nominando più un segretario di stato dal 1942, condannando le correnti innovatrici della teologia e ponendo freno, nel 1954, all’esperienza dei preti operai.