Pio VI

Al secolo Giovanni Angelo Braschi (Cesena 1717, † Valence 1799). Papa dal 1775 al 1799. Segretario del cardinale Ruffo e poi di Benedetto XIV, divenne papa alla morte di Clemente XIV. Appena eletto celebrò con grande fasto l’Anno Santo, dedicandosi poi a opere di abbellimento della città di Roma. Promosse inoltre la bonifica delle paludi pontine, con risultati parziali, avviando al tempo stesso una serie di riforme giudiziarie e amministrative. Sottoscrisse all’atto della propria nomina l’impegno a non ricostituire la Compagnia di Gesù; dovette scontrarsi con numerosi sovrani europei, promotori di riforme tendenti a porre la chiesa sotto la piena giurisdizione amministrativa, giudiziaria e fiscale dello stato, limitandone poteri e privilegi. Nel 1782 si recò dall’imperatore d’Austria Giuseppe II, massimo esponente dell’assolutismo illuminato e riformatore, tentando di convincerlo ad abrogare i provvedimenti che danneggiavano la chiesa, quali il sottoporre la pubblicazione dei decreti del papa e dei vescovi al suo placet,, l’assunzione da parte dello stato dell’amministrazione dei beni ecclesiastici, la soppressione di alcuni conventi o seminari. Tuttavia non ottenne risultati significativi. Negli anni successivi ebbe altri contrasti con i sovrani di Napoli e di Toscana. Nel 1791, due anni dopo l’inizio della Rivoluzione francese, condannò la “costituzione civile del clero”, che poneva la chiesa francese sotto il controllo dello stato. La sua condanna rimase tuttavia senza efficacia e provocò, oltre alla rottura dei rapporti diplomatici con la Francia, anche la perdita dei possedimenti pontifici in terra francese (Avignone e Contado Venassino). Con la pace di Tolentino (1797), imposta da Napoleone durante la sua discesa in Italia, fu infine costretto a cedere Bologna, Ferrara e la Romagna alla Repubblica Cisalpina. L’anno successivo l’esercito di Napoleone entrò a Roma proclamando la Repubblica e la fine del potere temporale dei papi. Pio VI venne arrestato e morì l’anno successivo in prigionia.