periodizzazione

Operazione intellettuale attraverso la quale lo storico individua scansioni temporali nel fluire indistinto del tempo. I periodi storici che ne risultano devono essere abbastanza ampi e omogenei rispetto a un criterio esplicito, in modo tale da presentare il passato in modo ordinato e comprensibile. La periodizzazione fa quindi parte di un processo di conoscenza e il periodo, comunque definito e individuato, non è una realtà storica autonoma. A seconda dei criteri che lo storico adotta si possono definire periodizzazioni diverse. Inoltre, campi diversi dell’esperienza storica possono suggerire criteri diversi di periodizzazione (la periodizzazione nella storia economica tenderà, ad esempio, ad adottare “periodi” più lunghi di quelli della storia politica o della biografia). Sin dagli inizi della cultura storica si sono immaginati diversi sistemi di periodizzazione: Esiodo nella Teogonia (VI secolo a.C.) divise la storia in cinque età, che segnavano nella loro successione la decadenza dell’uomo dall’età dell’oro. Per i cristiani era la nascita di Cristo il criterio fondamentale di periodizzazione: su questa base la filosofia cristiana della storia interpretò le vicende umane come un progressivo avvicinamento al Giudizio universale. Le periodizzazioni secolarizzate adottarono altri criteri di riferimento. Nella cultura storica del Rinascimento si impose la periodizzazione articolata in storia antica, medievale, moderna, ciascuna delle quali era identificata da una forma di civiltà predominante e caratterizzante. La storiografia marxista ha preso come criterio periodizzante le forme di produzione. Per la filosofia della storia positivista l’evoluzione dell’umanità si può suddividere in tre età fondamentali: teologica, metafisica e positiva. Al di là di queste periodizzazioni, elaborate per lo più sul terreno della filosofia della storia o della storia universale, si adottano generalmente nel concreto della ricostruzione storica unità periodizzanti assai più limitate: tra queste, il “secolo” e spesso la “generazione”, che rappresentano punti di riferimento più adatti all’analisi e alla narrazione storica.