Pericle

(Atene 495 circa, † ivi 429 a.C.). Uomo politico ateniese. Membro della stirpe degli Alcmeonidi, pronipote di Clistene, fu tra i massimi statisti di Atene e dell’antica Grecia. Aderente al partito democratico, entrò in politica durante l’ultima fase della grande stagione delle guerre contro la Persia, all’inizio dell’ascesa egemonica ateniese nel contesto della prima lega delio-attica (477), schierandosi a fianco di Efialte contro il conservatore Cimone (figlio di Milziade), del quale non condivise l’indirizzo filospartano in occasione della terza guerra messenica (464-55). Scopo generale dell’iniziativa di Pericle era la promozione del demos (popolo), che costituiva il nerbo della flotta e dell’esercito ateniesi, nella lotta antipersiana, al fine di esaltare per mezzo di tale strategia il ruolo di direzione politica e il predominio culturale e politico-militare della sua città sull’intera Grecia. In tale prospettiva, l’esistenza di un altro centro egemonico – come l’aristocratica e conservatrice Sparta – si poneva oggettivamente in rotta di collisione con i suoi obiettivi. La tattica degli esponenti democratici fu dapprima di stornare il potere decisivo dalla sede tradizionale dell’areopago (al quale restò dopo il 462 solo la giurisdizione per i delitti di sangue) a favore delle istituzioni politiche esprimenti direttamente il demos, ossia l’ecclesia (assemblea popolare) che eleggeva il consiglio dei Cinquecento (bulé) e gli arconti. Nel 461 due eventi, la condanna all’ostracismo inflitta a Cimone e l’assassinio di Efialte, lasciarono Pericle padrone dell’agone politico. Nello stesso anno egli fece autorizzare il pagamento di un’indennità giornaliera per i membri della bulé e del tribunale popolare. In seguito, altre leggi di carattere democratico stabilirono l’ammissione dei ceti inferiori all’arcontato e la prevalenza della pritania, nominata dalla bulé, nel governo della città (458). Accanto a tali misure di democrazia interna, Pericle si preoccupò tuttavia di preservare ed elevare lo status del cittadino ateniese rispetto all’esterno con una speciale legge sulla cittadinanza (451), secondo cui questa poteva esser attribuita solo ai figli di genitori entrambi ateniesi o originari dell’Attica (in tal modo fu escluso, per esempio, da tale diritto anche il figlio che lo statista ebbe da Aspasia di Mileto). Sul piano militare, la strategia contro la Persia e Sparta si sviluppò attraverso alterne vicende (457, vittoria spartana a Tanagra e ateniese a Enofita; 454 e 452, sconfitte sul mare contro la Persia in Egitto) che, se da un lato segnarono la crescita della centralità politica e commerciale ateniese e del Pireo, dall’altro causarono un certo esaurimento delle risorse e indussero Pericle a cercare una tregua con Sparta (per negoziare la quale non esitò a richiamare in patria Cimone nel 451) e una pace definitiva con la Persia alla quale si giunse, dopo la vittoria di Salamina (449) col trattato di Callia del 448, che definì le sfere d’influenza della federazione guidata da Atene (nella quale s’era trasformata la lega delio-attica) e dell’impero persiano, facendo di fatto dell’Egeo un mare ateniese. Dopo il fallimento della conferenza di pace panellenica indetta da Pericle nel 447 con lo scopo di far riconoscere la supremazia politica di Atene su tutta la Grecia, si riaccese il conflitto con Sparta e i suoi alleati in Beozia, che suscitarono nuovi tentativi di ribellione in Eubea e a Megara (446). Sconfitto a Coronea e sotto la minaccia d’invasione di un esercito spartano, Pericle fu perciò costretto nel 445 a sottoscrivere la pace dei trent’anni, con la quale si ripartirono le zone di predominio spartano e ateniese. Pur nel rispetto del condominio con Sparta sul suolo greco, Atene divenne la maggiore potenza nel Mediterraneo (compresa la Magna Grecia ionica) con Cartagine e in Asia Minore accanto alla Persia. Dal 444 alla sua morte, avvenuta nel 429 a seguito dell’epidemia di peste scoppiata in Atene nel secondo anno della guerra del Peloponneso (431-404), Pericle fu l’indiscusso dominatore di Atene (di cui fu ripetutamente eletto “stratega” e “demagogo”, ma senza l’abuso di mezzi demagogici, come sottolineano gli storici), favorendone in ogni modo lo sviluppo sociale, economico, culturale e artistico. L’“età di Pericle” fu caratterizzata da un’immensa espansione dei traffici e dalla magnificenza nell’attività edilizia e nelle arti plastiche, con la costruzione del Partenone progettato da Callicrate, con le sculture di Fidia, l’edificazione di altri templi e del grande porto del Pireo. Fu anche un’epoca di grande progresso filosofico, storiografico e letterario, illustrato nelle opere di Protagora, Anassagora, Erodoto, Sofocle, Euripide. Il riacutizzarsi dei contrasti con Sparta nel 432 pose fine a questa stagione facendo diminuire la popolarità di Pericle (accusato tra l’altro di peculato) che, sotto l’impressione della sconfitta subita in Attica da parte del re spartano Archidamo II, non fu eletto “stratega” nel 431. Rieletto l’anno successivo e convinto della inevitabilità del conflitto con Sparta, propose un piano di guerra di lunga durata, che la morte improvvisa non gli permise di realizzare.