Pascal, Blaise

(Clermont-Ferrand 1623, † Parigi 1662). Scienziato e filosofo francese. Nato da una famiglia di giuristi, studiò a Rouen, dove il padre era intendente, dedicandosi in particolare alla matematica e alla fisica: compì importanti studi di geometria proiettiva (Trattato delle sezioni coniche, 1639) e si interessò del calcolo delle probabilità e di meccanica dei fluidi (Trattato sull’equilibrio dei liquidi e Trattato sul peso della massa dell’aria, entrambi del 1654). Compì studi di aritmetica (Trattato del triangolo aritmetico, 1654), inventò una macchina calcolatrice, dimostrò l’esistenza del vuoto in natura (Trattato del vuoto, 1651). Nel 1646 entrò in contatto con l’ambiente di Port Royal e con il giansenismo, rimanendo fortemente impressionato da quell’ideale di cristianesimo rigoroso a cui si convertì nel 1654. Fra il 23 gennaio 1656 e il 24 marzo 1657 pubblicò in forma anonima le Lettere provinciali, in seguito condannate dalla Congregazione dell’Indice, una difesa del giansenismo contro l’accomodante morale dei gesuiti e la dottrina della grazia da loro propugnata. Pascal vi contrapponeva alla morale lassista gesuitica il rigorismo del giansenismo, con interpretazioni relative alla grazia e alla predestinazione che attraverso Sant’Agostino avvicinavano il suo pensiero al calvinismo. Critico nei confronti della gerarchia ecclesiastica, Pascal riaffermò la necessità dell’autonomia di vescovi e parroci nei confronti dei superiori. Dal 1654 progettò un’Apologia del cristianesimo, che rimase incompiuta e che fu poi ricompresa nei Pensieri, pubblicati postumi nel 1669: li caratterizzano una profonda analisi della condizione umana e un forte accento sui limiti del sapere scientifico.