Partito socialista operaio spagnolo

Fu fondato nel 1879 da P. Iglesias, e ricoprì inizialmente un ruolo di importanza non determinante nella storia politica spagnola, dovendo affrontare a sinistra la difficile competizione con forze anarchiche assai consistenti, contrarie alla lotta parlamentare perseguita invece dal PSOE. Il peso del partito crebbe dopo la fondazione nel 1931 della repubblica. Nel 1935 il PSOE favorì l’unità sindacale con i comunisti e nel 1936 il suo segretario Largo Caballero diventò il capo del governo del Fronte popolare costituito dalle forze democratiche e di sinistra in funzione antifascista. Dopo la guerra civile (1936-39) e la costituzione del regime franchista il partito fu posto fuorilegge, ricostituendosi legalmente solo nel 1976. L’anno successivo il PSOE ottenne il 30% dei voti alle elezioni per la Costituente. Nel 1982 il PSOE diventò partito di maggioranza relativa, contribuendo in maniera significativa al processo di consolidamento della democrazia spagnola e al rilancio economico del paese. Il suo leader, Felipe Gonzáles, divenne capo del governo, rimanendo in carica fino al 1996, quando gli subentrò il popolare José Maria Aznar. Nel 1997 e poi nel 2000 divennero segretari generali dello PSOE rispettivamente José Joaquín Almunia Amann e Manuel María Cháves González. Sotto la guida di José Luis Zapatero, il PSOE tornò al governo del paese nel 2004, all’indomani degli attacchi terroristici di matrice islamica che colpirono Madrid. Grazie a un ambizioso programma di riforme politiche e sociali, il PSOE si riconfermò anche nelle successive elezioni generali del 2008.