Partito d’azione

Formazione politica democratica, fondata da Giuseppe Mazzini nel 1853, subito dopo la fallita insurrezione milanese del mese di febbraio. I suoi obiettivi erano l’unità d’Italia e la repubblica, da conseguire con i tradizionali metodi mazziniani della cospirazione popolare e della “guerra per bande”. L’azione politica del Pd’A fu costellata di insuccessi, tra i quali quelli di Felice Orsini in Lunigiana e la celebre spedizione di Sapri di Carlo Pisacane nel 1857. La sistematicità dei fallimenti indusse molti democratici italiani, tra cui Giuseppe Garibaldi, a lasciare il Pd’A e rivolgersi alla filosabauda Società nazionale. Nel 1860 il Pd’A contribuì in maniera determinante al conseguimento dell’unità nazionale, promuovendo e organizzando (per iniziativa di Francesco Crispi e Rosolino Pilo) le rivolte siciliane che prepararono il terreno alla spedizione dei Mille di Garibaldi, riavvicinatosi nel frattempo al partito. Negli anni successivi gli azionisti caldeggiarono e promossero la via popolare armata per completare l’unità nazionale con la conquista di Roma e Venezia. Gli episodi dell’Aspromonte del 1862, la vittoria garibaldina di Bezzecca nel 1866 (nel corso della terza guerra d’indipendenza) e la sconfitta di Mentana del 1867 dimostrano la vivacità dell’azionismo nel primo decennio del regno d’Italia. I membri del Pd’A confluirono in gran parte nella Sinistra storica e in minor misura nei partiti della Estrema Sinistra (repubblicani, radicali, poi socialisti).