Partito comunista spagnolo

Nacque nel 1922 raccogliendo l’ala scissionista di estrema sinistra del Partito socialista. Mantenne a lungo una posizione secondaria nel movimento operaio spagnolo, che fu invece egemonizzato dalle componenti socialiste e anarchiche. Nel 1935 aderì all’unione sindacale e nel 1936 al Fronte popolare, seguendo le indicazioni della Terza Internazionale. Durante la guerra civile (1936-39) partecipò alla lotta contro la destra franchista, rimanendo coinvolto parallelamente in duri scontri con gli anarchici e il POUM di ispirazione trockijsta e antisovietica. Costretto alla clandestinità dal 1939 al 1975, ottenne il 10% dei voti nelle elezioni politiche del 1977, le prime dopo la morte di Franco e la fine della dittatura. Guidato da Santiago Carrillo sino al 1982 – anno in cui subì una durissima sconfitta elettorale – il partito seguì poi la linea “eurocomunista” in accordo con i partiti comunisti italiano e francese. Nel 1986, a fronte del continuo calo dei consensi, aderì con altre forze di sinistra al cartello elettorale Izquierda Unita (IU), di cui fa tuttora parte.
Durante gli anni Novanta, nonostante la crisi mondiale del comunismo, la Izquierda Unita riuscì a riconfermarsi come la terza forza politica spagnola, dietro al Partito popolare e al Partito socialista. Negli anni Duemila, durante la segreteria di Francisco Frutos, il partito registrò un lento ma progressivo indebolimento. Solo più recentemente, in occasione delle elezioni generali del 2011, il partito ha riconquistato consensi.