Partito comunista francese

Sorto dalla scissione dell’ala filosovietica e internazionalista della SFIO all’indomani del congresso di Tours del 1920, il PCF si distinse da allora come il partito comunista dell’Europa occidentale più fedele all’URSS e alle direttive della Terza Internazionale e maggiormente allineato all’ideologia marxista-leninista. L’estremismo dei primi anni gli procurò uno scarso seguito elettorale. Iniziò quindi a raccogliere più ampi consensi sotto la guida di M. Thorez, dopo l’adozione nel 1934 del patto di unità d’azione con le altre forze di sinistra culminato, fra il 1936 e il 1937, nell’appoggio esterno al governo di Fronte popolare presieduto dal socialista L. Blum. Nel 1939 il PCF fu posto fuorilegge come forza antinazionale per avere appoggiato l’accordo Molotov-Ribbentrop tra l’URSS staliniana e la Germania nazista. Durante l’occupazione tedesca rappresentò la componente più organizzata e combattiva della Resistenza, conquistandosi a guerra finita il ruolo di primo partito in Francia per numero di iscritti e suffragi ottenuti. Allontanato dal governo di unità nazionale nel 1947, il PCF fu diretto dal 1972 al 1994 da G. Marchais. A partire dagli anni Ottanta perse progressivamente la propria influenza politica a vantaggio del Partito socialista. Il suo declino non fu arrestato né dal tentativo di stemperare la rigidità ideologica nel progetto “eurocomunista”, né dall’appoggio fornito ai socialisti di Mitterrand tra il 1981 e il 1984. La crisi mondiale del comunismo consumatasi tra il 1989 e il 1991 contribuì a ridurre ulteriormente i consensi del PCF, sempre più ridotto a rivestire un ruolo marginale. Robert Hue, segretario generale del partito dal 1994, riprese tuttavia la strategia dell’unità delle sinistre, contribuendo alla vittoria elettorale dei socialisti nel 1997 e alla conseguente formazione del governo guidato da Lionel Jospin. Sotto la guida di Marie-George Buffet, nelle successive elezioni legislative, il PCF restò al di sotto del 5% dei consensi, riuscendo tuttavia a far eleggere ventuno deputati nel 2002 e quindici nel 2007. In occasione del referendum del 2005 per l’approvazione della Costituzione Europea, il PCF si schierò a favore del no. Nel 2010 ne divenne segretario generale l’ex giornalista Pierre Laurent.