Partito comunista cinese

Fu fondato a Shanghai nel 1921 sulla base di un programma ispirato al marxismo della Terza Internazionale e caratterizzato da un progetto indipendentista e anticoloniale. Decisivo per il partito fu il crescente riferimento alla classe contadina accanto a quella operaia, con l’intento di valorizzare in tal modo le specificità della situazione sociale cinese. Nel 1924 il PCC si alleò con il Guomindang contro i “signori della guerra”. Nel 1927 l’accordo si ruppe, dando inizio a una sanguinosa guerra civile. In questa lotta si distinse Mao Zedong, che consolidò il suo ruolo di guida assoluta del partito dopo la “lunga marcia” del 1935. Dal 1937 al 1945 i comunisti, di nuovo a fianco del Guomindang, combatterono contro l’invasore giapponese, organizzando nel frattempo un forte partito di massa che dal 1945 al 1949, ripresa la guerra civile, ottenne la vittoria sui nazionalisti e portò alla fondazione della Repubblica popolare cinese. Da allora la storia del PCC e del nuovo stato, diretti entrambi da Mao con poteri illimitati fino alla morte nel 1976, vennero di fatto a coincidere. Dopo il 1976 il partito fu guidato dai cosiddetti “pragmatisti”: prima da Hua Guofeng (1976-81), poi da Hu Yaobang (1982-87) e da Zhao Ziyang (1987-89), entrambi personalmente vicini a Deng Xiaoping. Allentate le spinte egualitarie e favorito un forte progresso economico con graduali aperture al libero mercato, il PCC continuò tuttavia a controllare rigidamente lo stato, colpendo con forza ogni forma di opposizione politica e culturale, come accadde in modo clamoroso con la repressione della protesta studentesca sulla piazza di Tienanmen nel 1989. Nello stesso anno divenne segretario generale del partito Jiang Zemin, che nel 1993 fu eletto anche presidente della repubblica, concentrando così su di sé le due più importanti cariche dello stato. Tra 2002 e 2003 entrambe le cariche passarono a Hu Jintao. Nel novembre 2012, in occasione del suo diciottesimo congresso, Xi Jinping fu eletto segretario generale del partito, succedendo così a Hu Jintao. Con oltre 70 milioni di iscritti, il PCC rappresenta tuttora il più grande partito politico del mondo.