Partiti socialisti negli USA

Le origini del socialismo negli Stati Uniti vengono generalmente fatte risalire all’iniziativa di immigrati tedeschi dopo il fallimento della rivoluzione del 1848 in Germania. Nel 1877 le due maggiori correnti, quella lassalliana e quella marxista, si allearono per costituire, a New York, il Socialist Labor Party, alla cui guida emerse la figura di Daniel De Leon, promotore anche della Socialist Trades and Labor Union, un’organizzazione sindacale in contrapposizione alla strategia “opportunistica” dell’AFL di Samuel Gompers. Nel 1897 un altro leader carismatico del movimento socialista americano, Eugene V. Debs, fondò la Social Democracy of America, e l’anno successivo appoggiò Victor Berger e Morris Hillquit nel dare vita al Social Democratic Party. Nel 1901 costoro, opponendosi al dualismo sindacale di De Leon, organizzarono, insieme ai cristiano-socialisti e ad altri piccoli gruppi, il Socialist Party, che ebbe consensi crescenti fino alla Prima guerra mondiale. Tra il 1917 e il 1919, tuttavia, l’antimilitarismo e l’anti-interventismo costarono a molti capi socialisti la prigione. La definitiva crisi del vecchio Socialist Party sopraggiunse, poi, con l’emergere degli orientamenti strategici suggeriti dal bolscevismo sovietico. Nel 1921 l’ala “rivoluzionaria” socialista dava vita, dunque, al Communist Party, composto prevalentemente da ex membri dell’organizzazione sindacal-rivoluzionaria degli IWW, da immigrati e da intellettuali sostenitori del bolscevismo. Nel 1928 alcuni fuoriusciti dal Communist Party organizzavano la trockista Communist League of America, che si sarebbe trasformata, sei anni dopo, fondendosi con l’American Workers Party del cristiano-socialista Abraham J. Muste, nel Workers Party, guidato da James P. Cannon, Martin Abern, Max Shachtaman e James Burnham. Nel 1936 il nuovo partito trockista entrò, a sua volta, nel Socialist Party di Norman Thomas, ma presto se ne distaccò, non accettando la strategia dei Fronti Popolari, e si riorganizzò come Socialist Workers Party (1937). Durante il secondo conflitto mondiale, il Communist Party, condizionato dal patto nazi-sovietico, si oppose al riarmo americano, ma, dopo l’invasione tedesca dell’URSS, appoggiò, insieme ai socialisti, l’intervento degli Stati Uniti. Il declino delle organizzazioni socialiste e comuniste americane si consumò, infine, con la guerra fredda, e soprattutto con l’isteria maccartista, tra il 1950 e il 1953.