papa

Il termine, che deriva dal greco pápas (padre), alle origini del cristianesimo fu utilizzato per designare tutti i vescovi. A partire dal IV secolo iniziò invece a essere attribuito esclusivamente al vescovo di Roma, parallelamente al suo affermarsi come autorità suprema di tutta la chiesa d’Occidente. Successivamente il diritto canonico definì il papa come successore dell’apostolo Pietro nel governo della diocesi di Roma e della chiesa universale, nonché vicario di Cristo in terra. Nei primi secoli di vita della chiesa il papa, come tutti gli altri vescovi, era eletto dal clero e dai fedeli della diocesi, la nomina poi veniva ratificata dai vescovi della provincia. Questo sistema permise di fatto pesanti ingerenze da parte delle autorità politiche, inizialmente esercitate soprattutto dagli imperatori di Bisanzio, poi dal patriziato romano e dagli imperatori del Sacro Romano Impero. Per impedire questi condizionamenti nel 1059 il papa Niccolò II stabilì che l’elezione del pontefice fosse riservata ai cardinali; attraverso successive riforme si arrivò a definire il sistema tuttora vigente. Il papa viene eletto in un conclave di tutti i cardinali della chiesa, rigidamente chiuso agli estranei. Per la sua elezione è necessaria una maggioranza di due terzi più un voto dei presenti. Chiunque, anche un laico, può essere eletto papa; per consuetudine però viene sempre scelto un cardinale. La nomina del papa non viene considerata un conferimento della carica da parte degli elettori, ma soltanto una designazione della persona, che riceve da Dio i propri poteri. Una volta eletto, il pontefice non può essere deposto, ma può liberamente rinunciare alla carica mediante abdicazione.