Paolo VI

Al secolo Giovanni Battista Montini (Concesio 1897, † Castel Gandolfo 1978). Papa dal 1963 al 1978. Membro della Segreteria di Stato vaticana dai primi anni Trenta, fu tra i più importanti collaboratori di Pio XII. Arcivescovo di Milano dal 1954, si impegnò nel contatto diretto con la città, sviluppando in particolare l’opera pastorale nei nuovi quartieri popolari formatisi con la grande immigrazione. Nominato cardinale da Giovanni XXIII (1958), ebbe un ruolo di primo piano nella preparazione del concilio Vaticano II. Divenuto papa dopo la sua morte, ne proseguì la politica di dialogo e di apertura e l’azione riformatrice, ricercando però una possibile mediazione tra le posizioni conservatrici e le spinte più radicali. Su questa linea di prudente riforma portò a compimento il concilio (1965), di cui sono da ricordare, tra le innovazioni più significative, la riforma della liturgia con l’introduzione della messa nella lingua nazionale, la promozione dell’ecumenismo e del confronto con le diverse culture, l’istituzione del sinodo dei vescovi. Nello spirito conciliare assunse altre deliberazioni, quali l’istituzione dei segretariati per i non cristiani e i non credenti, la soppressione dell’Indice dei libri proibiti e del “Sant’Uffizio” (sostituito però dalla “Congregazione per la dottrina della fede”), l’abolizione della guardia nobile e di quella palatina come segno di distacco dagli aspetti più manifestamente temporali dell’autorità pontifica, l’ampliamento del numero dei membri del collegio cardinalizio per accentuarne l’aspetto universalistico. In un periodo di grandi sconvolgimenti e di acuti conflitti politico-sociali, Paolo VI confermò la propria attenzione ai problemi della pace e della giustizia sociale e la propria vocazione al dialogo impegnandosi nel contempo a contrastare le correnti più radicali del cattolicesimo e i fenomeni di secolarizzazione e di distacco dalle pratiche religiose. Attento all’evoluzione della situazione italiana, fu vicino alle componenti della Democrazia cristiana che propugnavano la politica del centrosinistra. Di fronte ai movimenti giovanili del 1968, che ebbero vasta eco anche nel mondo cattolico, evitò condanne frontali cercando di stimolare all’interno di quei fermenti i valori dell’impegno comunitario. Vasta eco ebbero i suoi viaggi in Palestina, in India, all’ONU e in Africa. Tra le sue encicliche, furono particolarmente significative la Christi Matri (1966), che sollecitava una composizione pacifica del conflitto nel Vietnam; la Populorum progressio (1967), che poneva con forza il problema dello sviluppo e della giustizia sociale nei paesi del Terzo mondo; e la Humanae vitae (1968), che ribadiva la posizione tradizionale della chiesa sulla contraccezione. L’irrigidimento su posizioni più tradizionalistiche si accentuò negli anni Settanta, rendendo più difficile il dialogo ecumenico e il confronto con le tensioni politiche e culturali della società. Profonda eco suscitò, nel 1978, il suo pubblico appello alle Brigate Rosse per la liberazione di Aldo Moro.