panafricanismo

Aspirazione all’unione di tutti i popoli africani e all’emancipazione civile e politica dei neri in ogni paese. Nacque nell’età dell’imperialismo in risposta allo sfruttamento coloniale dei territori africani a opera delle potenze europee e alla segregazione razziale dei neri negli Stati Uniti e nel resto del mondo. La prima conferenza panafricana si tenne nel 1900 a Londra, convocata da Henry Silvester Williams. Emersero due diverse tendenze in seno al movimento panafricano: la prima, sostenuta dal “sionista nero” Marcus Aurelius Garvey (1885-1940), aspirava al ritorno in Africa di tutti i neri per costruire un unico regno africano indipendente (“l’Africa agli africani residenti ed esiliati”); la seconda, proposta da W.B. Du Bois (1868-1963), voleva il riconoscimento della pienezza dei diritti civili e politici dei neri in ogni stato del mondo. Nel corso del XX secolo si tennero numerosi congressi panafricani, che misero in contatto i neri di tutto il mondo, creando anche un parlamento pan-negro (1920), in cui circolò il sogno “sionista” del “grande ritorno alla madrepatria”. Il movimento panafricano ebbe anche funzione di stimolo dell’indipendentismo dei popoli africani nel periodo della decolonizzazione. Negli stessi anni parte del movimento (Nkrumah in Ghana, Sékou Touré in Guinea) si avvicinò al marxismo e ai partiti comunisti europei, che appoggiavano con convinzione la causa dell’indipendentismo africano. Il panafricanismo ebbe riflessi anche nella cultura africana e nero-americana, che esaltò i valori specifici della “négritude” (Leopold Senghor in Senegal). Nel 1963 trenta stati africani indipendenti si associarono nell’OUA (Organizzazione dell’Unità Africana), per rafforzare l’unità e la solidarietà africana e per affermare una politica di non allineamento nei confronti dei blocchi delle superpotenze. Fallì invece l’utopistico ideale di unire i diversi popoli del continente in un unico stato sovranazionale. La decolonizzazione fece emergere infatti, al di là della comune ricerca dell’indipendenza, i contrasti etnici e regionali, nonché atteggiamenti molto diversi degli stati africani nei confronti del mondo occidentale e di fronte al fenomeno del neocolonialismo. Il panafricanismo non riuscì pertanto a produrre nulla più di qualche alleanza confederale regionale e del precario coordinamento dell’OUA, spesso indebolita dalle differenze ideologiche interne.