Ottone III

(Kessel, Vestfalia, 980, † Castel Paterno, Viterbo, 1002). Re di Germania dal 983 al 1002 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 996 al 1002. Figlio di Ottone II, fu da lui fatto eleggere re di Germania a tre anni (dieta di Verona, 983); la reggenza, politicamente e militarmente tormentata, fu tenuta dalla madre Teofano (fino al 991) e dalla nonna Adelaide di Borgogna (fino al 994). La prima lo educò al culto della tradizione imperiale bizantina, la seconda a un profondo sentimento religioso. Nel 996, uscito di tutela, raccolse l’invito del papa Giovanni XV a intervenire in Roma contro la famiglia dei Crescenzi; nel maggio fu incoronato imperatore dal papa Gregorio V, da lui fatto eleggere al posto del defunto Giovanni. Durante questo soggiorno venne influenzato dalla spiritualità del monaco Adalberto, futuro vescovo di Praga, da cui trasse una profonda ansia di rinnovamento. Tornato in Germania, chiamò alla corte di Aquisgrana Gerberto di Aurillac (il futuro papa Silvestro II), sotto la cui guida sviluppò l’idea di restaurazione dell’impero e della romanità (renovatio imperii). Nel 997 dovette scendere nuovamente in Italia per sconfiggere i Crescenzi, che avevano deposto Gregorio V e proclamato papa Giovanni XVI. Conquistata Roma nel febbraio 998, reinsediò Gregorio e avviò il proprio piano di resurrezione di Roma come capitale dell’impero e di rinascita imperiale, in base a una concezione che, simile a quella di Carlo Magno e al cesaropapismo bizantino, vedeva imperatore e papa uniti alla guida della cristianità (ma con una preminenza del primo sul secondo); adottò così elaborati rituali di corte bizantini e antiche usanze romane, e si proclamò “servo di Gesù Cristo” e “imperatore del mondo”. La sua azione fu coronata dall’elezione papale, con il nome di Silvestro II (999), di Gerberto, che condivideva e incoraggiava la visione di una teocrazia imperiale. Nel 1000 percorse le terre tedesche in un solenne pellegrinaggio da Aquisgrana a Praga, per pregare sulle tombe di Carlo Magno e di Adalberto. Ma il suo dispotismo mistico suscitò l’ostilità dei romani; dopo due rivolte a Tivoli e a Roma, Ottone abbandonò la capitale (1001). Già malato, morì mentre aspettava di rientrare in Roma.