ortodossa, chiesa

Per chiesa ortodossa si intende l’insieme delle confessioni cristiane diffusesi soprattutto nell’Europa orientale, specialmente slava, in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale, ma anche in altre parti del mondo. Tali confessioni si fondano su una concezione di “ortodossia” (retto insegnamento) della fede radicata nella tradizione della chiesa primitiva, così come fu definita dai padri della chiesa e dai primi sette concili (cristianesimo). Gli ortodossi – in seguito a un processo che vide nei secoli V e VI la chiesa orientale allentare i propri rapporti con la chiesa romana per giungere infine allo scisma d’Oriente (1054) – respingono le pretese di Roma al controllo e al diritto di giurisdizione, non riconoscono il primato del papa romano e la sua giurisdizione e attribuiscono al patriarca di Costantinopoli una posizione di primato e il titolo di “ecumenico”. Per contro i cristiani orientali che sono tornati all’unità con Roma sono detti “uniati”. Il rituale bizantino, detto anche rito “greco” per l’uso originario in esso del greco, acquistò gradualmente un ruolo prevalente all’interno delle chiese di orientamento ortodosso. Un saldo legame della confessione ortodossa con il cattolicesimo romano è costituito dalla venerazione della Vergine Maria e dalla dottrina della grazia ex opere operato. I preti ortodossi, a differenza dei monaci e dei vescovi, possono contrarre matrimonio prima di essere ordinati. I patriarcati di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme costituirono i maggiori centri della chiesa ortodossa. In essa un enorme peso ha sempre esercitato il monachesimo ascetico, con il suo centro spirituale sul monte Athos. Un’impronta determinante alla chiesa ortodossa fu data dal rapporto organico, creatosi nell’impero bizantino nell’età di Giustiniano I (527-65), tra religione e potere politico (cesaropapismo). Il termine “ortodossia” si impose nel periodo tra il secondo concilio di Nicea del 787 e l’843, allorché gli ortodossi presero il sopravvento nei confronti dei fautori dell’iconoclastia, corrente interna alla chiesa orientale violentemente contraria al culto delle immagini sacre. Durante la dominazione ottomana, iniziata con la caduta di Costantinopoli nel 1453, i turchi riconobbero al patriarca di Costantinopoli la giurisdizione civile e religiosa sugli ortodossi viventi nell’impero. La chiesa ortodossa non conobbe un processo di centralizzazione paragonabile a quello della chiesa romana. Di qui il fatto che si parli correntemente anche di chiese ortodosse. In Russia, in Grecia, nei paesi balcanici sorsero chiese autonome rispetto a quella di Costantinopoli. A una posizione di particolare rilievo assurse quella russa, che ebbe il suo centro prima a Kiev e poi a Mosca. Nel 1721 Pietro I il Grande abolì il patriarcato di Mosca, sostituendolo con il Santo Sinodo, posto sotto il rigido controllo dell’autorità politica. Da allora in poi in Russia la chiesa divenne uno strumento dello stato, facendo rivivere in pieno il cesaropapismo. Le maggiori chiese ortodosse considerate, per molti aspetti impropriamente, “nazionali” si dividono in chiesa nestoriana, giacobita, armena e copta. La prima, che prende il nome da Nestorio di Costantinopoli, sorse in Mesopotamia e di qui si diffuse nel mondo orientale, per poi confinarsi principalmente, a partire dal XIV secolo, al territorio di origine. La seconda, che trae il nome da Jacob Baradai, si consolidò in Siria, Turchia, Iraq e Libano. La terza, che prende il nome dai copti (popolazione egiziana non araba), partendo dall’Egitto, mise radici nell’Africa settentrionale con un forte insediamento in Etiopia. Una forte identità nazionale ha avuto la chiesa armena. Questa, nel quadro delle vicende del popolo armeno, dovette subire le più aspre persecuzioni da parte dei turchi. Numerosi sono stati nella storia, dopo la rottura compiutasi nell’XI secolo, i tentativi di riunificazione con la chiesa romana, in particolare nel 1274 al secondo concilio di Lione e nel 1439 al concilio di Ferrara-Firenze (1438-45). Negli anni recenti si è determinato un nuovo clima tra le due chiese e quindi un nuovo spirito ecumenico con il concilio Vaticano II, dopo che nel 1962 osservatori ortodossi presero parte ai lavori del concilio stesso. Nel 1965 sono state ritirate le scomuniche emesse nel 1054. Il cristianesimo ortodosso è andato diffondendosi anche in Giappone e nell’America settentrionale. Attualmente gli ortodossi nel mondo ammontano a oltre 130 milioni.