orleanisti

Sostenitori della candidatura della famiglia d’Orléans al trono di Francia. A più riprese, nei secoli XVIII e XIX, la dinastia degli Orléans, (imparentata con la famiglia regnante dei Borbone per la discendenza dal fratello di Luigi XIV), fu indicata come opportuna alternativa ai legittimi sovrani, spesso mediocri o invisi al popolo per le idee reazionarie. Si ebbero aspirazioni orleaniste quando Filippo d’Orléans ebbe la reggenza del piccolo Luigi XV, tra il 1715 e il 1723. Successivamente, durante la grande rivoluzione, molti videro in Filippo “Égalité” (Luigi Filippo Giuseppe d’Orléans), così chiamato per le sue convinzioni liberali e per l’attiva partecipazione al processo rivoluzionario, l’ideale successore di Luigi XVI. L’orleanismo trionfò con la rivoluzione del 1830, che cacciò il reazionario Carlo X e consegnò la corona a Luigi Filippo d’Orléans, il quale accettò di essere “re dei francesi per volontà della nazione” (non più re di Francia per investitura divina) e di modificare in senso liberale la costituzione. Il suo regno durò fino al 1848, quando fu travolto dalla rivoluzione repubblicana, ma negli anni seguenti, durante la seconda repubblica (1848-52) e il secondo impero (1852-70), il movimento orleanista sopravvisse. Dopo il crollo dell’impero di Napoleone III, gli orleanisti appoggiarono, insieme con i legittimisti, la candidatura al trono del conte di Chambord, il quale, non avendo eredi, avrebbe lasciato il trono a Luigi Filippo Alberto d’Orléans, conte di Parigi. Dai legittimisti, ideologicamente assolutisti, li allontanava l’opzione per la monarchia costituzionale, analoga a quella del regno di Luigi Filippo. La terza repubblica, proclamata nel 1870, seppe comunque difendersi dai tentativi di restaurazione monarchica e nel giro di qualche decennio, la fazione orleanista scomparve dalla scena politica.