Scoppiò tra la Cina e l’Inghilterra nel 1856, in seguito all’abbordaggio da parte delle autorità cinesi di una nave pirata inglese. Nel 1857 anche la Francia intervenne nella guerra contro il governo imperiale, che fu costretto a scendere a trattative (alle quali parteciparono anche Stati Uniti e Russia, che non avevano preso parte al conflitto). Il trattato di Tientsin (1858) stabilì l’apertura al commercio occidentale di undici nuovi porti, la libertà di movimento agli stranieri all’interno dell’impero e il diritto di tenere rappresentanze diplomatiche nella capitale. Una breve ripresa delle ostilità, causata dalla resistenza cinese sull’ultimo punto, si concluse nel 1860 con un aggravamento delle condizioni del trattato e con la cessione di territori cinesi alla Russia (trattato di Pechino, 1860).