OPEC

(sigla di Organization of the Petroleum Exporting Countries: Organizzazione dei paesi produttori di petrolio). Fondata a Baghdad nel 1960 per organizzare una comune politica della produzione e vendita del petrolio, in qualità di vero e proprio cartello economico ebbe un ruolo importante nelle crisi petrolifere del 1973 (quando in un anno il prezzo del greggio quadruplicò) e del 1979 (quando fu superata la barriera dei 30 dollari al barile). Dopo una riduzione dei prezzi negli anni ’80, dovuta anche alla diffusione di politiche di risparmio energetico, il petrolio ebbe un nuovo rincaro nei primi anni Duemila, sull’onda sia delle crescenti tensioni in Medio Oriente sia della ripresa economica e dei consumi mondiale. Ai paesi fondatori dell’OPEC (Arabia Saudita, Iraq, Iran, Kuwait e Venezuela), si aggiunsero progressivamente Algeria, Ecuador (che ne uscì nel 1992), Libia, Nigeria, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Gabon e Indonesia (che si ritirarono rispettivamente nel 1995 e nel 2009) e Angola che vi aderì invece solo nel 2007. A fronte dei ristretti margini di incremento della produzione e degli sforzi internazionali rivolti, da un lato, a ridurre i consumi di combustibile fossile e, dall’altro, a incrementare lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l’influenza dell’OPEC è inevitabilmente destinata a diminuire negli anni. Essa ha attualmente sede a Vienna.