Occam, Guglielmo di

(Ockham, Surrey, 1280 circa, † Monaco di Baviera 1349 circa). Filosofo inglese. Appartenente all’ordine francescano e docente all’Università di Oxford, fu costretto, in seguito a un’accusa di eresia, a riparare presso la corte di Ludovico il Bavaro a Monaco. Sviluppò una filosofia nominalistica o concettualistica, particolarmente attenta al rapporto (“suppositio”) tra i termini linguistici, le cose individuali e i concetti universali prodotti dall’intelletto. Elaborò un metodo, noto come il “rasoio di Occam”, finalizzato a eliminare dal sapere i concetti inutili, privi di verifica empirica. Affermò che nelle scienze naturali non si può prescindere dall’esperienza sensibile, come in campo teologico, morale e politico dall’autorità delle Sacre Scritture: ogni cosa, infatti, dipende dalla libera volontà di Dio onnipotente, che nel suo operato non è costretto a seguire alcuna necessità razionale (al di fuori del principio di non contraddizione). Osservando come l’autorità del potere politico fosse legittimata già dalle Sacre Scritture prima di ogni delega papale, teorizzò l’autonomia, pur nella collaborazione, dell’impero dalla chiesa. A quest’ultima, intesa come aggregato di fedeli più che come istituzione, indicò un rinnovamento sulle linee della povertà e della spiritualità tracciate dal movimento francescano. Il pensiero di Occam esercitò grande e duratura influenza nei secoli successivi, contribuendo, con la separazione della fede dalla ragione, alla crisi della filosofia scolastica.