Nicola II Romanov

(Carskoe Selo 1868, † Ekaterinburg 1918). Ultimo zar di Russia dal 1894 al 1917. Figlio di Alessandro III, debole e irresoluto, difese ciecamente il sistema di potere russo, fondato sull’autocrazia e sulla chiesa ortodossa. Favorì tuttavia lo sviluppo industriale del paese appoggiando le riforme economiche promosse dal ministro S. Witte. In politica estera rafforzò l’alleanza con la Francia, stretta nel 1894, e con l’Inghilterra (1907) dando vita alla Triplice Intesa. Proseguì i progetti espansionistici della corona in Estremo Oriente, occupando la Manciuria nel 1900 e rendendo inevitabile uno scontro con il Giappone, in piena espansione imperialistica. La sconfitta nel conflitto (1904-1905), provocò in Russia un’ondata di manifestazioni popolari e scioperi. Il 22 gennaio del 1905 il massacro di pacifici manifestanti guidati dal prete Gapon scatenò nel paese un’ondata rivoluzionaria che costrinse Nicola a una serie di concessioni e all’istituzione di un’assemblea elettiva (Duma). Ma, una volta rifluito il moto rivoluzionario, sciolse senza indugi la Duma e diede il via a un periodo di repressione. Dopo il 1907, il suo primo ministro Stolypin tentò di realizzare una riforma agraria ma ogni vera innovazione fu da lui impedita. Le mire imperialistiche verso i Balcani, a spese dell’impero ottomano, spinsero la Russia, alleata della Serbia, a intervenire nella prima guerra mondiale (1914-18). La guerra scardinò definitivamente il sistema autocratico: le sconfitte, l’acuirsi dei conflitti sociali, il discredito della corte, sulla quale forte era l’influenza del monaco Rasputin, portarono alla rivoluzione del febbraio 1917. Nicola abdicò il 4 marzo. Imprigionato, fu trasferito a Ekaterinburg dove fu ucciso dai bolscevichi, insieme ai suoi familiari, il 16 luglio 1918.