Netanyahu, Binyamin

(Tel Aviv 1949, viv.). Uomo politico israeliano. Arruolatosi nel 1967 nelle forze speciali israeliane, nel 1972 partecipò alla liberazione dell’aereo dirottato a Tel Aviv e l’anno dopo alla guerra dello Yom Kippur. Entrò nel parlamento israeliano (Knesset) nel 1988 come deputato del partito di destra del Likud. Divenuto leader del Likud nel 1993, tre anni dopo vinse le elezioni e sostituì alla guida del governo il laburista Peres. Il suo governo, sostenuto dalle fazioni ebraiche fondamentaliste più ostili al dialogo con i palestinesi, rallentò il processo di pacificazione tra i due popoli e la realizzazione degli storici accordi del 1993-94. Nel 1999 fu sconfitto alle elezioni da Barak, che riportò al potere il Partito laburista. Nello stesso anno cedette la guida del Likud ad Ariel Sharon, all’interno del governo del quale ricoprì prima la carica di Ministro degli Esteri (2003-03) e poi di Ministro delle Finanze (2003-05). Dopo la fuoriuscita di Ariel Sharon, nel 2005 tornò alla guida del Likud. In seguito alle elezioni del 2009 fu incaricato di formare il nuovo governo, divenendo, per la seconda volta, primo ministro.
Nel giugno 2009 Netanyahu si dichiarò a favore di uno stato palestinese indipendente a condizione della sua demilitarizzazione e del riconoscimento ufficiale di Israele. A fronte del rifiuto da parte palestinese, nel 2010 il processo di pace si arrestò. Nel frattempo, sul piano internazionale, Netanyahu espresse scetticismo nei confronti dell’ondata di proteste che nel 2011 scossero il mondo arabo e invitò la comunità internazionale a prendere provvedimenti contro la minaccia costituita dal programma nucleare iraniano. Sul piano interno dovette affrontare un crescente malcontento, che nell’estate del 2011 si tradusse in ampie proteste. Dopo le elezioni del 2013 fu riconfermato alla guida del paese.