Nepal

Stato attuale dell’Asia centromeridionale. Nelle valli himalayane che costituiscono l’odierno Nepal penetrò precocemente, con l’induismo e il buddhismo, la cultura indiana. Solo più tardi, verso la metà del VII secolo d.C. quando la regione era ormai un centro vitale degli scambi tra la pianura gangetica e il Tibet, si instaurarono i primi rapporti con la Cina. Tra il X e il XVIII secolo, il Nepal fu dominato dalla dinastia Malla anche se nel Quattrocento si costituirono tre principati che gradualmente si resero indipendenti. Nel 1769 il Nepal venne riunificato dall’occupazione della tribù guerriera gurkha e iniziò una fase di espansione destinata a portare ai conflitti con la Cina, per il controllo del Tibet, nel 1791, e con gli inglesi. La nuova dinastia, minata da dissidi interni, cadde sotto l’influenza britannica e all’inizio del XIX secolo, con la guerra anglo-nepalese del 1814-16, il Nepal diventò protettorato della Gran Bretagna. Nel 1846, un colpo di stato orchestrato dagli inglesi portò all’ascesa della famiglia aristocratica Rana che assicurò lealtà alla Gran Bretagna. Nel 1854-56 un nuovo conflitto con la Cina fece cadere il Tibet sotto l’influenza nepalese rovesciando l’esito della guerra del 1791. Dal 1860 un trattato assicurò alla Gran Bretagna l’arruolamento dei membri della tribù gurkha nelle truppe coloniali stanziate in India, sulla base della politica inglese volta a separare le forze armate dalla popolazione locale. L’integrazione dei membri dell’etnia dominante in Nepal al destino imperiale britannico favorì, nel 1923, il precoce riconoscimento dell’indipendenza nepalese. Nel 1951, quando il sistema coloniale inglese era ormai tramontato e l’India era diventata indipendente, con il concorso di Nuova Delhi vennero estromessi dal potere i discendenti della famiglia aristocratica Rana e poté ritornare sul trono un esponente della vecchia dinastia. Il Nepal venne così inserito nella sfera di influenza indiana, nel contesto delle tensioni internazionali che avrebbero portato al conflitto tra Pechino e Nuova Delhi all’inizio degli anni Sessanta. I sovrani nepalesi, dopo l’abolizione dei partiti politici nel 1960, fondarono il proprio potere su una struttura politica e sociale di tipo feudale e non parlamentare, il cosiddetto sistema Panchayat, che venne riformato in senso democratico nel 1990 per le pressioni del Partito del Congresso nepalese e dei comunisti quando, dopo scontri in cui si ebbero centinaia di vittime, il sovrano Birendra accettò una forma di monarchia costituzionale fondata su un parlamento pluripartitico. Nel 1991 il Partito del Congresso vinse le elezioni formando il governo. Dopo il 1994 il paese fu retto da governi di coalizione deboli in una situazione di crescente tensione per le azioni della guerriglia di ispirazione maoista, ma nel 1999 il Partito del Congresso (NC) ottenne una solida maggioranza. Una grave crisi politico-istituzionale si sviluppò nel giugno 2001 quando il re Birendra, la regina e altri otto membri della famiglia reale furono assassinati dal principe ereditario Dipendra, poi suicida. Nuovo re divenne Gyanendra. In seguito all’intensificarsi delle violenze, nel 2006 il governo e le forze ribelli maoiste raggiunsero, attraverso la mediazione delle Nazioni Unite, un accordo provvisorio in vista della promulgazione di una nuova costituzione. Nel 2008, dopo il successo dei maoisti nelle elezioni per l’assemblea costituente, fu abolita la monarchia, proclamata la repubblica ed eletto presidente un esponente del Partito del Congresso, Ram Baran Yadav. Negli anni successivi la situazione del paese continuò tuttavia a restare segnata da una forte instabilità politica, che, causata dalla contrapposizione tra il Partito del Congresso e il Partito maoista, determinò il succedersi di diversi governi di coalizione.