neoguelfismo

Movimento d’opinione moderato del Risorgimento italiano. Sostenne la necessità di legare la causa nazionale alla valorizzazione della missione spirituale della chiesa cattolica, attraverso la creazione di una confederazione di stati italiani sotto la presidenza del papa (da qui il termine di neoguelfismo). L’esaltazione della funzione civilizzatrice della chiesa cattolica era già stata sostenuta da A. Manzoni nel Discorso su alcuni punti di storia longobarda (1822) e ripresa dalla cosiddetta scuola cattolico-liberale (G. Capponi, C. Balbo, C. Troja), ma il suo legame con il progetto di una confederazione di stati italiani fu operato da Vincenzo Gioberti con Il primato morale e civile degli Italiani (1843). Si trattava di un programma moderato, contrario al rivoluzionarismo dei mazziniani, che prevedeva la conservazione delle monarchie già esistenti, di cui si auspicava l’evoluzione in senso costituzionale, e la loro unione in una lega posta sotto la presidenza del pontefice. Le debolezze del programma giobertiano, che non risolveva il problema della presenza austriaca in Italia, furono colmate da Cesare Balbo, che nelle Speranze d’Italia (1844) propose di indurre l’impero asburgico ad abbandonare il Lombardo-Veneto in cambio di un sostegno italiano alla politica austriaca di espansione nei Balcani (teoria dei compensi). Con maggiore realismo di Gioberti – che pure ne accolse più tardi il suggerimento – Balbo riteneva poi che fosse essenziale al progetto moderato della confederazione italiana il fatto di avere il suo punto di forza nello stato sabaudo. Il movimento neoguelfo ebbe un momento di fortuna con l’elezione al soglio pontificio di Pio IX (1846), che intraprese una politica di cauto riformismo e che nel 1848, dopo aver concesso una costituzione, approvò inizialmente la partecipazione delle truppe pontificie alla fase federale della prima guerra d’indipendenza. L’allocuzione del 29 aprile 1848, con cui Pio IX si ritirò dalla guerra contro la cattolicissima Austria in nome della funzione universale del papato, e la svolta reazionaria del pontefice, dopo che l’effimera Repubblica romana dichiarò decaduto il potere temporale della chiesa, fecero crollare per sempre il progetto neoguelfo.