Muratori, Lodovico Antonio

(Vignola 1672, † Modena 1750) Filologo, storico ed erudito italiano. Sacerdote, fu direttore dell’archivio e della biblioteca ducale a Modena dal 1700 alla morte. Il suo rilievo nella storia degli intellettuali dell’Illuminismo italiano è dovuto sia alla sua imponente attività di pubblicazione di testi storici sia al suo impegno di carattere civile e politico. Entrato in contatto con la nuova erudizione storica dei padri maurini e con l’erudito Bacchini, si fece promotore dell’edizione di testi medievali (Rerum italicarum scriptores, 1723-51), attraverso i quali pose le basi per una visione più accurata e più solidamente documentata del medioevo italiano. Proseguì questa revisione della storia italiana con i saggi delle Antiquitates italicae medii aevi (1738-43). Il suo imponente sforzo erudito andò nella direzione di laicizzare la ricostruzione storica. Muratori mantenne con gli intellettuali di tutta Europa un’intensa corrispondenza che fu uno strumento essenziale per svecchiare la cultura italiana soffocata dalla Controriforma. Nella seconda parte della sua vita, si dedicò a temi di riflessione civile, sviluppando le giovanili posizioni giurisdizionaliste. In Della regolata divozione dei cristiani sostenne la necessità di interpretare la religione cristiana in modo ragionevole, alieno da superstizioni e socialmente utile. In Dei difetti della giurisprudenza criticò la complessità eccessiva e dannosa della scienza giuridica chiedendone una semplificazione. Nel 1748 compendiò una serie di indicazioni di riforma per la vita italiana, la cui realizzazione caldeggiò presso il potere politico, facendosi interprete del desiderio di benessere dei sudditi dopo la guerra di Successione austriaca (1740-48) e della loro aspirazione alla pace e a un’operosa tranquillità (Della pubblica felicità). L’opuscolo di Muratori ebbe vasta eco anche fuori d’Italia, indicando il passaggio dalla nozione della ragion di stato e della potenza militare come unici fini del potere politico all’idea della pubblica felicità come responsabilità specifica dei sovrani. [Edoardo Tortarolo]