Mosè

(XIII secolo a.C.). Profeta e legislatore del popolo ebraico, della tribù di Levi. Data la natura religiosa del racconto biblico, è difficile stabilire la verità storica della sua vita e delle sue opere. Secondo la leggenda, sfuggì alla morte decretata dal faraone per tutti i neonati ebrei di sesso maschile e, abbandonato dalla madre in un cesto sulle acque del Nilo, fu salvato dalla figlia del faraone e allevato a corte. Per ordine di Dio (Jahvè), liberò gli ebrei dalla schiavitù egiziana e li riportò nella Terra Promessa, cioè in Palestina o terra di Canaan. Sul monte Sinai ricevette le tavole della legge, o decalogo, segno e impegno del patto di alleanza tra Dio e il popolo di Israele. Fu, pertanto, il fondatore della religione ebraica, basata sul patto che impegna gli ebrei a onorare l’unico Dio e Jahvè a proteggere il popolo eletto (ebraismo). Il senso di una speciale elezione e protezione divina produsse il sentimento nazionale ebraico, che, formatosi a partire dall’esodo guidato da Mosè, seppe resistere anche alla diaspora, sopravvivendo fino ai nostri tempi. A Mosè la tradizione attribuì la scrittura del Pentateuco.