Mosca, Gaetano

(Palermo 1858, † Roma 1941). Scienziato e uomo politico italiano. Laureatosi in giurisprudenza a Palermo nel 1881, fu assunto nel 1887 come revisore alla Camera dei Deputati, trasferendosi a Roma, dove lavorò fino al 1895. Insegnò quindi diritto costituzionale ed economia politica a Torino. Dal 1924 al 1933 fu il primo titolare della cattedra di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Roma. Liberalconservatore, antidemocratico e antisocialista, vicino ad A. Di Rudinì, deputato dal 1909, fu sottosegretario alle colonie nel gabinetto Salandra (1914-16) e senatore dal 1919. Dopo una prima fase di neutralità nei confronti dell’esperienza fascista, avversò apertamente la deriva autoritaria e dittatoriale del regime a partire dal 1925, ritirandosi infine a vita privata. Come scienziato politico, la prima opera importante, nella quale viene enunciato il teorema della “classe politica”, è Sulla teorica dei governi e sul governo parlamentare (1884), cui seguirono gli Elementi di scienza politica (1896 e 1923) e la Storia delle dottrine politiche (1933). Mosca fu con Pareto il fondatore della teoria dell’élite. Il nucleo fondamentale del suo pensiero è dato dalla definizione della natura e del ruolo della “classe politica”, ossia di una classe di governo contrapposta in tutte le epoche ai governati: una “classe speciale” che, in quanto “minoranza organizzata”, agisce coordinatamente per fini di dominio imponendosi fatalmente alle masse. A tale scopo, oltre che sulle proprie qualità personali, morali e culturali, la “classe politica” si regge soprattutto sulla “formula politica”, ossia sulla “giustificazione del suo potere in un principio astratto”: su un’ideologia che informa la fondazione concreta del potere politico.