Moro, Aldo

(Maglie, Lecce, 1916, † Roma 1978). Uomo politico italiano. Deputato della Democrazia cristiana alla Costituente e nei successivi parlamenti nazionali, ministro in alcuni governi degli anni Cinquanta, divenne segretario del partito nel 1959, dopo Fanfani. Leader della moderata corrente dorotea, condivise il programma fanfaniano di apertura dell’area governativa al PSI, ma intese il centrosinistra più come compromesso tra partiti che come strumento per avviare una coraggiosa politica di riforme. L’obiettivo principale era l’emarginazione tanto delle forze della destra reazionaria, quanto del PCI. Guidò i tre governi di centrosinistra “organico” (con la partecipazione diretta dei socialisti) della legislatura 1963-68 (1963-64, 1964-66, 1966-68). Per il suo moderatismo, per le pressioni delle correnti democristiane conservatrici e per la recessione economica, non realizzò se non in piccola parte – leggi sulla programmazione economica (1967) e sull’ordinamento regionale (1968) – le riforme programmate e avviò una politica deflazionistica che scaricò sulle masse lavoratrici i costi della crisi. Negli anni dell’emergenza del terrorismo si convinse che la salvezza dello stato democratico richiedesse un accordo politico col PCI, che nel 1973 aveva lanciato la proposta del “compromesso storico”. Nel 1974 e nel 1976 guidò due governi che segnarono la fine dell’alleanza di centrosinistra. Dopo le elezioni politiche del 1976, che registrarono un grande successo della sinistra comunista, sostenne l’apertura della maggioranza di governo al PCI, che si realizzò nelle due fasi dell’astensione (1976-78) e dell’appoggio esterno (1978) ai monocolore DC retti da Andreotti. Il 16 marzo 1978 fu rapito dalle Brigate Rosse, con la sospetta complicità di poteri occulti e servizi segreti stranieri; nonostante gli appelli del papa e la commossa mobilitazione popolare, fu ucciso. Il suo corpo fu trovato nel bagagliaio di una macchina nel centro di Roma il 9 maggio. Nell’occasione DC, PCI e PRI avevano scelto la linea della fermezza nei confronti delle BR, alla quale si erano dichiarati contrari PSI e radicali. Il tragico evento inferse un colpo decisivo alla politica di apertura al PCI, di cui Moro era stato il principale fautore.