Morelly

(XVIII secolo). Filosofo francese. Non si hanno notizie biografiche. La sua opera principale, il Codice della natura (1755), fu attribuita a diversi autori, tra i quali D. Diderot, che non ne smentì pubblicamente la paternità. Scrisse anche il Saggio sullo spirito umano (1743), il Saggio sul cuore umano (1745), Il principe (1751), Il naufragio delle isole galleggianti o Basiliade (1753). Elaborò un pensiero politico particolarmente radicale. Dopo un’iniziale simpatia per il dispotismo illuminato (Il principe era dedicato a Federico II di Prussia), sviluppò una critica radicale agli assetti sociali e politici del periodo, ispirandosi ai valori della tradizione giusnaturalistica. Secondo Morelly, l’originaria armonia naturale fu spezzata dalla proprietà privata, che introdusse l’egoismo e soppresse l’uguaglianza e la comunione dei beni. L’unico modo per estirpare la corruzione dell’animo umano è, secondo il filosofo francese, rimuoverne la causa, abolendo la proprietà privata e ripristinando l’armonia originaria. La nuova società non sarà precaria come quella primitiva, fondata sulla caccia e sulla pesca, perché lo sviluppo economico, con le tecniche dell’agricoltura e dell’artigianato, consentirà una produzione di beni sufficiente per tutti. Le idee di Morelly esercitarono una rilevante influenza sulle correnti estremistiche della Rivoluzione francese e sul movimento di Babeuf.