montagnardi

Raggruppamento politico della Convenzione nazionale durante la Rivoluzione francese. Il nome deriva dalla collocazione dei deputati del gruppo nei seggi in alto (e a sinistra) dell’aula della Convenzione, nell’area chiamata “montagna”, in contrapposizione alla “palude” dei banchi posti in basso e in posizione centrale. I montagnardi esprimevano le posizioni più radicali all’interno della Convenzione e provenivano prevalentemente dalle file dei giacobini e dei cordiglieri. Inizialmente, nel 1792, erano minoritari nell’assemblea, ancora egemonizzata dai girondini, ma già alla fine dell’anno, in occasione del processo a Luigi XVI, cominciarono a esercitare una grande influenza sulla Convenzione e a trascinare sulle proprie posizioni molti membri della palude. Furono determinanti nella condanna a morte del re (20 gennaio 1793) e sostennero nella Convenzione le richieste del movimento popolare. I montagnardi, come i girondini, provenivano dalle file della borghesia e ne esprimevano gli interessi. A differenza dei girondini, erano però favorevoli a una gestione centralistica dello stato ed erano convinti che la rivoluzione non potesse trionfare senza l’appoggio dei sanculotti, che tuttavia sostennero in modo contraddittorio. In maggioranza all’interno della Convenzione, si insediarono nei principali organismi che governarono la Francia nel periodo del “Terrore”, come il Comitato di Salute Pubblica e il Tribunale Rivoluzionario. La reazione termidoriana e il crollo della dittatura giacobina segnarono la fine politica della Montagna, che rimase un simbolo per i movimenti più radicali della successiva storia francese.