mongoli

Tribù nomadi asiatiche provenienti dalle steppe della Mongolia e della Manciuria che nel XIII secolo crearono un impero esteso dal Mar Baltico all’Oceano Pacifico. Riuniti sotto la guida di Gengis Khan, essi mossero dalla capitale Karakorum, posta al confine tra la Russia sud-orientale e la Cina, alla conquista della grande muraglia cinese sottomettendo Pechino e i territori circostanti. Si spinsero poi rapidamente verso ovest occupando il Turkestan e la Persia, e verso sud penetrando nella regione del Tibet. Alla morte di Gengis Khan (1227) l’impero mongolo si estendeva dall’Oceano Pacifico fino al Caucaso. Le conquiste continuarono con i suoi successori: suo figlio, Ogodai, allargò i possedimenti fino alla Cina meridionale, suo nipote Qubilay sottomise la Corea, mentre altri gruppi armati invasero la Russia e la Polonia. Anche la Persia cadde sotto i colpi mongoli e Baghdad fu incendiata nel 1258. Verso la fine del secolo XIII l’impero era diviso in quattro parti: la Cina e il regno di Ciagatai nell’Asia centrale, l’ilkhanato di Persia, quasi un dominio separato sotto il comando di sovrani principali (ilkhan), e il khanato dell’Orda d’oro con capitale Sarai sul basso Volga, che copriva i territori a nord del Mar Nero e del Caspio, le regioni degli Urali, il Kazakistan e gran parte del bassopiano siberiano occidentale. Il predominio dei mongoli dell’Orda d’Oro (detti anche tartari) sull’aristocrazia locale si realizzò attraverso il controllo diretto del khan sui principi russi, obbligati a ricevere il riconoscimento della propria signoria e l’approvazione del proprio operato dalla corte di Sarai. La supremazia tartara si espresse anche sul piano militare e fiscale: a ogni principe fu affiancato un luogotenente del khan, dotato di un proprio contingente armato, mentre funzionari tartari provvedevano alla riscossione dei tributi. L’Orda d’Oro sopravvisse fino alla metà del XV secolo, soccombendo di fronte all’ascesa del sempre più potente principato di Mosca. Attorno all’ilkhanato di Persia invece, alla fine del secolo XIV, Timur-lenk (conosciuto in occidente come Tamerlano), fondò un grande e potente dominio a cui incorporò nuove conquiste quali la Mesopotamia e l’India settentrionale fino a Delhi, e la cui capitale fu la città di Samarcanda.