monarcomachi

Corrente di pensatori politici della seconda metà del XVI secolo. In un periodo in cui andava affermandosi l’assolutismo e il potere regio condizionava la vita religiosa dei cittadini, i monarcomachi opponevano alle teorie assolutistiche il principio della rappresentanza e il diritto di resistenza attiva contro la tirannide. Il termine fu usato per la prima volta in chiave polemica da un avversario dei monarcomachi, l’inglese Barclay (Guilelmus Barclaius), nel De regno et regali potestate del 1600. Posizioni critiche nei confronti del potere eccessivo dei re erano già presenti nel medioevo, con la teorizzazione della distinzione tra monarchia e tirannia e l’autorizzazione alla resistenza popolare e, in casi estremi, al tirannicidio, ma la trasformazione in senso assolutistico delle monarchie nell’età moderna e le persecuzioni degli ugonotti nel periodo delle guerre di religione in Francia (1562-98) diedero l’impulso determinante alla diffusione delle idee dei monarcomachi. Tra le posizioni più rappresentative della corrente troviamo quelle di François Hotman (Franco-Gallia, 1573), assertore delle tradizionali prerogative dell’assemblea dei tre stati, limitatrice del potere regio; di Teodoro di Beza (De jure magistratum in subditos, 1575), teorico del diritto di resistenza del popolo rappresentato dai “magistrati intermedi” di ceto signorile; di Junius Brutus e di George Buchanan (De iure regni, 1579), sostenitori di una tesi contrattualistica circa il rapporto tra il re e il popolo e del conseguente diritto dei rappresentanti del popolo, riuniti in assemblea, di controllare l’attività regia; di Jean Boucher (De iusta Henrici III abdicatione, 1591), il quale affermò che l’unica finalità del potere politico è la “populi utilitas”, per cui il popolo è autorizzato a resistere al sovrano che non assolva correttamente il proprio dovere istituzionale. I monarcomachi furono numerosi soprattutto in campo protestante, poiché i riformati furono spesso perseguitati dai sovrani assoluti, ma non mancarono anche tra i pensatori cattolici. Soprattutto dopo l’ascesa al trono francese di Enrico IV, alcuni gesuiti e intellettuali cattolici si avvicinarono alle tesi antiassolutistiche dei monarcomachi. Molte ribellioni, come l’insurrezione dei Paesi Bassi calvinisti contro il dominio spagnolo, le lotte degli ugonotti francesi e la rivolta puritana in Inghilterra e anche alcuni regicidi, come quelli di Enrico III ed Enrico IV di Francia, furono influenzati dalle idee dei monarcomachi.