modernismo

Tendenza del cattolicesimo europeo tra Ottocento e Novecento sorta allo scopo di promuovere l’adeguamento della chiesa e della sua dottrina alle condizioni della modernità. Fu un movimento di riforma in verità assai eterogeneo. In Francia il modernismo fu preparato da una vasta pubblicistica e da alcune autorevoli riviste (Revue d’histoire et littérature religieuses, Annales de Philosophie chrétienne) che applicavano i metodi critici negli studi biblici e attingevano alla filosofia moderna per una nuova apologetica. Nei primi anni del Novecento gli scritti dell’abate Loisy, di E. Le Roy, di L. Laberthonnière sintetizzarono compiutamente la visione modernista. Echi delle tendenze francesi giunsero presto in Italia, soprattutto attraverso la rivista “Studi religiosi”, fondata nel 1901 da S. Minocchi, cui collaborarono studiosi di rilievo come E. Buonaiuti, e “Il Rinnovamento”, patrocinata da un gruppo di laici milanesi. Notevole risonanza ebbe la presentazione delle idee moderniste nel romanzo Il Santo (1903) dello scrittore vicentino Antonio Fogazzaro. Una più chiara impronta politica ebbe la corrente di cristianesimo democratico che faceva capo a Romolo Murri. La reazione della chiesa si concretizzò, a partire dal 1907, in tre documenti. Il decreto del Sant’Ufficio Lamentabili condannò 65 proposizioni del modernismo biblico e teologico; lo stesso anno Pio X, nell’enciclica Pascendi, stigmatizzò su un piano più generale il modernismo; infine il motu proprio Sacrorum antistitum prescrisse a tutti i sacerdoti il cosiddetto giuramento antimodernista.