mito politico

Nella storia del pensiero e dei movimenti politici non è infrequente l’uso del mito, oltre che dell’utopia, in una prospettiva e con finalità politiche. Per Platone il mito può essere usato per raggiungere la stabilità politica, in virtù della sua forza incantatoria (pericolosa, ma anche utile quando è usata a fin di bene). Per il teorico del sindacalismo rivoluzionario Georges Sorel esso, in quanto dà “un aspetto di piena realtà alle speranze di prossima azione”, va usato come mezzo per operare sul presente e costruire una nuova realtà. In ogni epoca le istanze di stabilità o trasformazione politica e sociale espresse da movimenti o partiti politici hanno avuto una componente mitica, oltre che utopica e/o millenaristica. Ma tipica della politica moderna (che spesso costituisce un surrogato della religione o del mito) è la creazione deliberata di miti, anche se le connotazioni sociopolitiche del mito non sono immediatamente evidenti grazie all’impiego di sempre più sofisticate tecniche di propaganda. Gli esempi più notevoli sono forniti dai regimi totalitari: il tentativo di far rinascere la mitologia germanica operato dal nazionalsocialismo e la proclamazione dell’obiettivo della società comunista da parte dello stalinismo (che riprende elementi mitici già presenti nel marxismo).