millenarismo

Il termine trae formalmente origine dalla credenza delle prime comunità cristiane nel prossimo avvento sulla terra del Regno di Cristo, destinato a durare mille anni prima della fine del mondo. In età moderna e contemporanea esso indica le tendenze, religiose e politico-ideologiche, orientate a credere nella fine necessaria o auspicabile di un ordine giudicato malvagio e a combattere, sotto la guida di un capo carismatico o di un movimento portatore di un messaggio messianico, per un nuovo mondo interamente rigenerato. Il millenarismo ha le sue radici nella tradizione profetica giudaica, volta all’attesa di un regno spirituale avente il suo centro in Gerusalemme. Tipici seguaci di forme di millenarismo religioso e politico furono in epoca romana gli esseni e gli zeloti. Gli Apostoli collegarono il millenarismo al cristianesimo. L’Apocalisse valse a consolidarlo, proclamando l’inevitabilità della distruzione del paganesimo e il trionfo del regno cristiano. Il millenarismo risorse nel medioevo, come testimonia la dottrina del Terzo Regno di Gioacchino da Fiore (1135-1202), esprimendo il profondo malessere dei poveri e quindi caricandosi di una valenza sociale. Esso si espresse poi potentemente agli albori dell’età moderna con i taboriti, seguaci delle dottrine di Jan Hus (1369-1415), distrutti nel 1434; nel corso della “guerra dei contadini” in Germania tra il 1524 e il 1525, quando Thomas Müntzer (1490-1525) predicò a Mülhausen l’avvento del millennio; a opera degli anabattisti, guidati da Giovanni da Leyda, a Münster (1534-35). Nel Seicento il millenarismo ebbe manifestazioni altamente significative in certe correnti del puritanesimo inglese rivolte a creare un ordine politico e sociale improntato all’escatologismo cristiano. Idee millenaristiche è dato trovare in età moderna e contemporanea in sette ortodosse orientali, nei pietisti, nei battisti, negli avventisti, nei mormoni e nei testimoni di Geova. Un decisivo mutamento il millenarismo subì nel corso della Rivoluzione francese con il giacobinismo e, più in generale, con i sostenitori del Terrore (1793-94). Nacque il millenarismo ideologico, secondo cui occorreva un’opera di distruzione del vecchio mondo e di chi lo rappresentava e di purificazione integrale dell’uomo e delle istituzioni. La dinamica del millenarismo non doveva portare più dalla terra al cielo grazie alla religione, ma da una terra a un’altra grazie all’ideologia politica guidata dall’etica (la “virtù”). Il millenarismo ideologico-politico nell’Otto-Novecento costituì, in una versione laicizzata, un nucleo potente del marxismo, rivolto a porre fine alla “preistoria” dell’umanità, fondata sul conflitto sociale e sullo sfruttamento, e a dare inizio, mediante l’abolizione della proprietà privata, a una nuova “storia” di libertà universale. Nel marxismo l’ufficio che nel millenarismo cristiano teneva la religione e in quello giacobino l’etica l’ebbe invece la concezione “scientifica” della “necessità storica”. L’idea di dover costruire un nuovo mondo attraverso una lotta senza quartiere con quello vecchio costituì la forza trainante del totalitarismo comunista sovietico e cinese. Il mito millenaristico si fece particolarmente evidente nel pensiero di Mao Zedong, nel corso della “rivoluzione culturale” cinese (1966-71) e del regime terroristico dei khmer rossi in Cambogia (1976-79). Un’altra variante del millenarismo novecentesco è rappresentata dal nazionalsocialismo, inteso a creare il Reich millenario sulla base dell’estirpazione dei grandi mali ovvero del giudaismo, del marxismo e del liberalismo. A differenza del marxismo, mirante a creare una nuova società per tutti gli uomini, il nazismo intese fondare un impero dominato dalla razza “eletta” degli ariani, sterminando la razza nemica (gli ebrei) e gli irriducibili nemici politici, schiavizzando le razze inferiori e integrando nell’“ordine nuovo” quelle suscettibili di essere inglobate in posizione subalterna. Forme di millenarismo sono state inoltre una varietà di concezioni affermatesi in varie zone del Terzo mondo a opera degli indigeni della Melanesia, dei pellirosse, degli Xhosa in Sud Africa, ecc. che, sconvolti dalla penetrazione e dalla dominazione dei bianchi, hanno elaborato miti di salvezza collettiva. Il millenarismo, infine, è presente nelle credenze di numerose sette sparse nel mondo, le quali, rifiutando integralmente la realtà in cui vivono, nutrono aspettative di una “rinascita” da conseguirsi, al limite, anche al prezzo dell’autodistruzione.