microstoria

Disciplina storica che si è sviluppata nel corso degli anni Settanta e Ottanta del Novecento come una forma specifica della storia sociale ed economica. In Italia i lavori che si ispirano in qualche misura alla microstoria sono pubblicati nella rivista Quaderni storici e nella collana intitolata appunto Microstorie della casa editrice Einaudi. L’ipotesi intorno alla quale hanno lavorato i microstorici è che la riduzione del campo di analisi storica permette di studiare in modo dettagliato il materiale documentario e di collocare esattamente i fatti studiati nel sistema sociale del quale fanno parte. L’obiettivo è quindi quello di rilevare fattori non percepibili a un’osservazione che non sia estremamente ravvicinata e concentrata. La microstoria si muove metodologicamente tra la polemica contro le regolarità troppo rigide e le semplificazioni della storia sociale e l’attenzione per l’antropologia culturale. In particolare essa ha tratto dalla teoria della “thick description” (descrizione dettagliata e minuziosa) dell’antropologo americano Clifford Geertz numerose suggestioni e spunti di ricerca. I microstorici ritengono che la realtà storica vada indagata ricercando i segni e i sintomi della realtà sociale, senza imporre un’interpretazione univoca e totalizzante. Ogni sistema culturale, infatti, si basa su norme di comportamento e codici espressivi contraddittori e multipli, all’interno dei quali si muovono gli individui e le pratiche sociali. Conseguenza di questo tipo di interesse è la volontà di ricostruire le forme di razionalità locali e specifiche. La microstoria come metodo è stata applicata a campi assai diversi della ricerca storica, dalla storia dell’arte alla storia della struttura agraria nell’età moderna.